Beatrijs. La leggenda della sacrestana
(2004)–Anoniem Beatrijs– Auteursrechtelijk beschermd
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una sorta di sveglia che rintoccava ad ogni ora per segnalare che la campana maggiore doveva essere suonata e la cui origine risale al XIV secolo. A supporto dell'ipotesi dell'origine trecentesca di Beatrijs è possibile fare riferimento anche alla versione medio nederlandese della leggenda di TheophilusGa naar voetnoot3, che appunto risale al XIV secolo e che, rispetto a temi quali l'infedeltà degli uomini contrapposta alla fedeltà di Dio e di Maria, il pentimento, la Grazia divina, la misericordia della Madonna e la confessione finale, pubblica o privata che sia, presenta notevoli analogie con i contenuti di Beatrijs. La leggenda di TheophilusGa naar voetnoot4 narra di un ecclesiastico che ricopre la carica di vicedomino. Alla morte del suo vescovo, la comunità vuole che sia lui a prenderne il posto, ma Theophilus rifiuta l'offerta con umiltà. Tale umiltà viene però messa alla prova dal nuovo vescovo, che lo destituisce dal suo incarico. Sopraffatto dal rancore, Theophilus si rivolge ad un negromante ebreo per stipulare un patto con il diavolo, grazie al quale ben presto ritorna ad essere tenuto in grande onore. Pentito del suo gesto, però, egli invoca l'aiuto della Vergine Maria, che gli appare, lo rimprovera, ma alla fine lo perdona e lo accoglie nella sua Grazia. Il patto con il diavolo viene miracolosamente annullato e una pubblica confessione monda l'anima di Theophilus da ogni peccato, cosicché egli muore riconciliato con Dio e con la Chiesa. Il riferimento alla leggenda di Teophilus assume particolare importanza poiché l'autore di Beatrijs la cita appunto (vv. 518 e segg.) come esempio della bontà di Maria: Ghi hebt den meneghen verhoghet,
alse wel Theophuluse sceen;
Hi was der quaetster sonderen een
ende haddem den duvel op ghegeven
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beide ziele ende leven
ende was worden sijn manGa naar voetnoot5.
La tesi dell'origine trecentesca è confermata anche da alcuni dettagli nella descrizione dell'abbigliamento di Beatrijs al momento della fuga dal convento. Infatti la donna indossa un caproneGa naar voetnoot6, copricapo di origine popolare, che però nel XIV secolo veniva indossato da chi apparteneva all'alta società, così come un roc (‘abito’) ed un sorcoet (‘sopravveste’), indumenti tipici proprio del TrecentoGa naar voetnoot7. Invece, secondo alcuni studiosi la volontà dell'inquisizione vescovile di imporre nelle diocesi l'obbligo della confessione fornisce una traccia per una datazione più antica, essendo stato tale problema attuale tra il 1247 e il 1288 nella circoscrizione ecclesiastica di Anversa, la regione in cui Beatrijs fu, probabilmente, composta. Infine, poiché il problema della datazione dell'opera è strettamente connesso a quello dell'identificazione dell'autore, se si accettano le già menzionate ipotesi, e in particolar modo quelle di Stracke e di Van Eeghem, è possibile situare cronologicamente Beatrijs nella seconda metà del XIII secolo. |
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