lissime, e curiosissime invenzioni, che vedo nell' Opera di V.S. Illma. Non hò tuttavia lasciato di trascorrerla, e considerare attentamente le proposizioni della Cicloide, e della misura di varie linee curve, si per esser' ingegnosissime, come ancora per avermi rinouata la memoria, e 'l gusto di certe mie speculazioni, che al Sigr. Torricelli già communicai, e potero, à mio credere, aprir la strada all' invenzione di molte pellegrine verità.
Presa la retta AB di qualsivoglia lunghezza, sopra di essa vi s'intendano due semicerchi
simili, et equali, e similemente posti, BCD, AGE, con i lori diametri BD, AE, perpendiculari all' AB, e prendendo nella periferia i punti C, C, &, si tirino le CF, CF & parallele alla base AB, con tal proporzione, che BCD alla DC, DC &, sieno, come AB alle CF, CF &. I punti F, F & descriveranno una linea, che sarà cicloide primaria, se AB si porrà eguale alla periferia BCD, ò secondaria, se la supponerno disuguale: e la medesima curva DFFA, quasi diametro del curvilineo paralelogrammo DCCBAGE, lo segherà in due parti eguali; dal che segue, che'l triangolo curvilineo AFFDCCB sia la mesà d'esso, e del suo eguale rettangolo AEDB; e tirata la retta AD, il curvilineo ADFFA sarà eguale alla figura genitrice BCD.
Questo che si è detto del semicerchio è vero anche della parabola, dell' iperbola, e d'ogn' altra figura intorno l'asse, che uada mancando verso la cima, e sia caua indentro, com'io lo dimostrai allora con modo universale, facilissimo, e breve.
La curva poi DFFA serve per diuidere in qualsivoglia data proporzione la linea curua genitrice DCB ò sia circolare, ò parabolica, ò altra con le due sudette condizioni. Parmi di poter' anche truouare, per un certo barlume, che ne hò, la misura delle linee curve genitrici, e delle superficie da loro descritte. Mà queste cose secessum scribentis, et otia quaerunt. Hò voluto accennarle à V.S. Illma, per confermare ciò che le accennai del mio genio à questo soggetto, e per conseguenza il sommo piacere preso in leggere le sue nobili, e pellegrine maniere. A.V.S. Illma rendo uiuissime grazie, che abbia avuto memoria della mia osservanza, e che m'abbia onorato col dono fattomi, e la supplico à porgermi occasioni di mostrarle con le opere, che sono
di V.S. Illma
Diumo e Obblimo Servre Michel Angelo Ricci.
Roma li 6 Maggio 1674.