De Gulden Passer. Jaargang 55
(1977)– [tijdschrift] Gulden Passer, De– Auteursrechtelijk beschermd
[pagina 67]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Antichi vocabolari plurilingui d'uso popolare
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 68]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
prodotti popolari. Del popolo conservano anche la lingua, che si va modificando col passare degli anni ed a volte col mutare del luogo di stampa, sicché risultano particolarmente interessanti per la fissazione di tipi dialettali caratteristici. Attraverso cinque anni e più di ricerche intorno a questo tema è emersa una stupefacente ricchezza di materiale, rappresentato da opere che, pur generate dalle medesime esigenze, risultano differenti per impostazione e struttura e documentano quindi nella loro varietà una richiesta precisa che stimolò diversamente i compilatori, a seconda dei tempi e dei luoghi. L'abbondanza del materiale impone una suddivisione, necessaria per la trattazione esauriente dell'argomento; per questo prenderò in considerazione per il momento una sola famiglia di opere, la più antica tra quelle a stampa, nota come quella del Solenissimo Vochabuolista, dalle prime parole della seconda edizione, quella bolognese di Domenico De Lapi. Si tratta di una ottantina di stampe, coprenti un arco di tempo superiore ad un secolo e mezzo, create esplicitamente ad uso di ‘artesani et donne’Ga naar voetnoot1 e di coloro in genere che avevano necessità di evitare negli affari i servigi di un interprete ‘estraneo et forse inimico’Ga naar voetnoot2. Nacque dunque il manuale con un preciso intento didattico. In che misura abbia raggiunto i suoi scopi non sappiamo, ma certo ebbe successo, poiché da Venezia, dove apparve per la prima volta, si diffuse nelle principali regioni d'Europa e si trasformò da bilingue (italiano-tedesco) fino ad ottolingue (greco-latino-fiammingo-francese-spagnolo-italiano-inglese-tedesco), toccando, attraverso accostamenti diversi, ben dodici parlate europee (si aggiungano alle precedenti boemo, ungherese, polacco e catalano). Dell'autore non è rimasta traccia e non ci è dato davvero sapere se fu quello stesso Adamo di Rottwil che lo stampò, come supponeva il SimonsfeldGa naar voetnoot3. I conoscitori delle due lingue infatti non dovevano certo esscre rari a Venezia, tappa obbligata dei commerci tra | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 69]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Oriente e Nord Europa, città in cui rivestiva somma importanza commerciale il Fondaco dei Tedeschi e dove ampli glossari italiano-tedeschi erano stati composti fin dalla prima metà del QuattrocentoGa naar voetnoot4. Ma nessuna nota, nessun cenno nel corpo dell'opera ci soccorre e dobbiamo pertanto accettarne l'anonimato, come fecero gli studiosi che di essa si occuparono, eccezion fatta per il Simonsfeld, che, come già si è detto, non si permise altro che di avanzare un'ipotesi. Il manuale fu fatto conoscere dal MussafiaGa naar voetnoot5 in un lavoro ancor oggi fondamentale per la parte linguistica soprattutto, dedicato ad alcuni manoscritti italiano-tedeschi ed alle prime delle nostre stampe. Il limitato numero di esse preso in considerazione non contribuisce certo a porre nella giusta luce il Vochabuolista e ad illustrarne l'importanza in quel secolo e nei successivi; ma non era che un inizio. Più abbondante il materiale esaminato da Oskar BrennerGa naar voetnoot6, anche se ancora ben lontano dalla reale consistenza del gruppo. Dei vocabolari bilingui viene compilato uno stemma che, se pure risulta da rivedere in diversi punti, da me indicati nell'esame della tradizione, tuttavia già mostra le caratteristiche essenziali. Lo studio del SimonsfeldGa naar voetnoot7, limitato anch'esso ai primi dei nostri manuali soltanto, oltre che ai manoscritti, risulta particolarmente interessante per l'illustrazione dell'ambiente in cui l'opera nacque, dei suoi scopi, della sua destinazione. L'autore chiarisce come la richiesta di simili opere non dovesse provenire dai Tedeschi che venivano in Italia, i quali incontravano facilmente da noi non solo connazionali discesi oltralpe per studiare nelle nostre università o per trattare affari, soprattutto a Milano e a Venezia, ma anche numerosi interpreti, di cui si servivano nei contatti con gl'indigeni, ed addirittura alberghi tedeschi. Era invece indispensabile agli Italiani che si recavano nelle zone di lingua tedesca ed il manuale stesso lo dimostra, data la disposizione delle nostra lingua nella | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 70]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
prima colonna e la presenza sia di citazioni riguardanti il Fondaco dei Tedeschi, sia di domande intorno alla via che conduce in Germania. Il luogo di stampa e la tinta dialettale sono prove meno indicative, valide tuttavia come conferma. Le due prime stampe vengono accuratamente confrontate dal BoselliGa naar voetnoot8, che illustra il plagio dell'editore bolognese, individuato peraltro già dal MussafiaGa naar voetnoot9. Emergono tuttavia alcuni dettagli nuovi, utili per la classificazione genealogica. Allo stesso gruppo di dizionari accennano anche Ornella OlivieriGa naar voetnoot10, Carla MessiGa naar voetnoot11, Luigi EmeryGa naar voetnoot12, Poul HøybyeGa naar voetnoot13, Bernhard BischoffGa naar voetnoot14 e Spartaco GamberiniGa naar voetnoot15. Recentemente Annamaria GallinaGa naar voetnoot16 ha dedicato all'opera un capitolo del suo volume intorno alla lessicografia italo-spagnola. Viene presentata una serie di stampe più vasta delle precedenti, ma la descrizione dei manuali, certo a causa della vastità dell'assunto, appare sommaria e le citazioni non sempre preciseGa naar voetnoot17. Particolarmente numerosi risultano gli studi intorno all'unica edizione catalano-tedesca del Vochabuolista, della quale per primo s'occupò Pere BarnilsGa naar voetnoot18, che ne curò la ristampa anastatica, accresciuta di trascrizione in calce. L'introduzione presenta una puntuale analisi del contenuto e delle particolarità dell'opera, oltre che uno | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 71]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
studio relativo ad ambedue le lingue. Il mancato collegamento con tutta la precedente tradizione italiano-tedesca ha qualche volta indotto l'autore a giudizi approssimativi o inesattiGa naar voetnoot19, chiariti d'altra parte dagli studi successivi. Già lo SchulteGa naar voetnoot20 infatti indicò la parentela con i manuali italiano-tedeschi ed il GrossmannGa naar voetnoot21 mise in dubbio il contributo del Rosenbach quale autore del vocabolario. Più tardi il KlaiberGa naar voetnoot22, cui era noto lo studio del Mussafia, precisò la connessione con le precedenti edizioni bilingui e, pur senza individuare la fonte, indicò una maggiore affinità con il dizionario del 1482. I motivi di questa scelta non sono purtroppo illustrati e pertanto non è possibile procedere ad un controllo, interessante per verificare i miei risultati che a tale proposito sono diversiGa naar voetnoot23. Recentemente il FlascheGa naar voetnoot24 ha ripreso lo studio della versione catalana, confutandone gl'influssi spagnoli che in essa aveva scorto il Barnils. Intorno alla fonte egli non aggiunge nulla di nuovo, poiché accetta la teoria del Klaiber, senza soffermarsi in dimostrazioni. Rivaluta però l'apporto del Rosenbach, considerandolo non solo stampatore, ma anche traduttore o, se si vuole, autore della versione catalana. Scopo del mio lavoro è l'illustrazione della diffusione e delle caratteristiche di questo gruppo di dizionari che sotto molti aspetti anticipano i moderni metodi di apprendimento delle lingue straniere e documentano una ricerca di poliglottismo o almeno di bilinguismo a livello popolare. Non è che un contributo al ben vasto campo della lessicologia di ambito romanzo, che intendo illustrare ancora, attraverso l'analisi di altre opere del medesimo genere emerse durante le mie ricerche. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 72]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
BibliografiaI. Repertori di incunaboli e stampe.Si elencano tutti i repertori utilizzati per la descrizione delle stampe, omettendo quelli la cui consultazione durante la ricerca ha dato esito negativo.
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 73]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 74]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 75]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
II. Monografie e studi.
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 76]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 77]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
III. Arte tipografica.
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 78]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 79]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 80]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 81]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IV. Opere d'interesse generale.
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 82]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 83]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I. Glossari volgari plurilingui del secolo XV.Quasi un secolo prima che si cominciasscro a compilare sistematiche raccolte lessicali del nostro volgare, parziali abbozzi dei primi dizionari, già circolavano repertori lessicali, fraseologici ed a volte anche grammaticali, nei quali venivano poste a confronto due o più lingue volgari. Il procedimento non è certo una novità del Quattrocento: è quello ben noto del glossario, che anche in campo romanzo conta esempi antichi. Basti pensare alle Glosse di KasselGa naar voetnoot1 (IX sec.), che per contenuto, disposizione e lingue (neolatino-bavarese) preannunciano i numerosi manuali italiano-tedeschi del Quattrocento; oppure si ricordi il Glossario di MonzaGa naar voetnoot2 (X sec.), breve raccolta definita italiano-greca, rispecchiante anch'essa una sfera d'interessi decisamente pratici. Questo tentativo di esame comparato di due volgari diversi, che documenta con certezza una ricerca di comunicazione a livello non erudito, si fa, alla luce della documentazione che ci è pervenuta, particolarmente consistente nel XV secolo. Dopo cinque secoli di buio (ma sarà stato veramente buioGa naar voetnoot3 o appare tale soltanto a noi?) la | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 84]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
doviziosa varietà di manuali bilingui e plurilingui aventi come base non più il latino, ma il nostro volgare in tipi dialettali differenti, non può che costituire una piacevole sorpresa, anche perché l'accostamento si fa con lingue ancor oggi da noi poco conosciute. Infatti, pur non prendendo in considerazione il glossario grecosiciliano della Biblioteca Nazionale di NapoliGa naar voetnoot4, che appartiene ad un altro ambito culturale, e scartando pure il Maqrè Dardeqè, d'interesse religioso, creato ‘per l'istruzione primaria degli Ebrei e cioè la lettura e l'interpretazione della Bibbia’Ga naar voetnoot5, nel quale si oppongono ebraico-arabo-italiano (napoletano), apparso con ogni probabilità l'otto agosto 1488 a Napoli, ci troviamo di fronte ad una produzione da non sottovalutare. Accanto ad un'opera breve ed isolata, almeno nel secolo che ci interessa ora, il glossario italiano-arabo della Biblioteca Nazionale di Firenze che Emilio Teza pubblicò nel 1893Ga naar voetnoot6, si colloca infatti una rigogliosa fioritura di codici italiano-tedeschi, di alcuni dei quali trattò per primo il MussafiaGa naar voetnoot7. Il manoscritto fiorentino presenta una sequenza di 217 vocaboli italiani, napoletani per lo più, affiancati quasi sempre dalla traduzione araba. L'ordine è quello metodico e gli argomenti sono di netto interesse pratico, malgrado la presenza dei nomi dei ‘pianeti’, dei quali, curiosamente, non si dà sempre la versione araba, o dei quattro elementi costitutivi dell'universo (‘aero, terra, aqua, fuocho’), che ritroviamo come motivo di suddivisione tematica in un manoscritto italiano-tedesco del quale parleremo in seguito. Basti, per render conto del mondo cui l'opera poteva essere diretta, | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 85]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
l'elenco delle voci del paragrafo delle ‘mesure’: ‘deta, pianta, parmo, cana, scotella, cortiello, chochiaro, la mano’Ga naar voetnoot8. Di ben altra consistenza risulta essere il gruppo di manuali usati per l'apprendimento del tedesco, i quali ebbero origine a Venezia e furono opera, almeno i primi due, di un insegnante di tedesco, Giorgio da NorimbergaGa naar voetnoot9, che teneva lezioni ai giovani veneziani ‘sul campo de San Bortolamio, apresso el fontego dî Thodeschi’Ga naar voetnoot10. Della destinazione didattica dei manoscritti è documento all'interno stesso di essi, nei quali troviamo frasi di questo genere:
Dal contenuto riusciamo addirittura ad immaginare l'età approssimativa degli allievi, certo non più bambini, che tra loro conversano così:
Si tratta di un metodo pratico, quasi appunti di lezioni, per l'apprendimento della lingua parlata, il quale ci offre tesori lessicali e grammaticali di notevole interesse, composto per futuri mercanti in qualche modo legati ai commerci con zone di parlata tedesca. Sono ancora i manuali stessi a vantare l'utilità della conoscenza di tale lingua per chi ha intenzione di penetrare nel fondaco. Ecco qualche esempio: | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 86]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alla luce delle attuali conoscenze, i codici che ei hanno conservato esempi di opere di questo genere sono otto, i cui rapporti, assai complessi, non sono stati ancora esaurientemente studiatiGa naar voetnoot15. La loro importanza in ordine alle stampe che sono oggetto di questo studio è somma, poiché essi costituiscono la fonte, sia pure non immediata, dell'incunabolo del Rottwill, il primo della serie. Il più antico dei manoscritti a noi notoGa naar voetnoot16 è quello conservato a | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 87]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vienna (cod. 12514), di cento carte, datato 16 febbraio 1423 del calendario veneziano, vale a dire 1424. Il contenuto è distribuito in genere su due colonne (una per l'italiano e l'altra per il tedesco) ed offre, in dichiarazione reciproca, un ricco elenco di vocaboli, presentati anche nelle forme del plurale, esempi di coniugazione verbale, di formazione di comparativi e di superlativi negli aggettivi ed infine una ricca fraseologia. Gli elenchi dei vocaboli sono interrotti spesso da brevi frasi, a volte proverbi e facezie curiose e divertenti. Ecco alcuni esempiGa naar voetnoot17: ‘La lengua no ha osso, ma la fa rumper el dosso (c. 6r); Questo favro è rusenente chon tuta la soa zente (c. 13r); El bon marchà chava i ochi alle villany (c. 16r); Va piane, la furcha t'aspeta (c. 24r); Tu va sì mallamente sulle to piè chomo va una peliza vechia sulle so manege (c. 26v); Lonzi da ochi, lonzi da chuor... (c. 27r)’. Il contenuto è suddiviso per argomenti e tocca un registro molto ampio, anche se di esclusivo interesse pratico. L'ordine è quello metodico, di difficile consultazione forse, ma più adatto allo scopo didattico cui il manuale era destinato. Seguono questa parte una doviziosa enumerazione di verbi, presentati nelle forme paradigmatiche essenziali (‘comenza-comenzare-chomenzado; ama-amare-amado’, c. 51r) e quindi esempi di coniugazione verbale all'indicativo presente, imperfetto, futuro, passato prossimo e, spesso, condizionale semplice e composto. L'ultima parte del manuale comprende infine tre dialoghi tra varie persone, per lo più mercante e sensale, maestro e discepolo. La stessa materia è riproposta dal codice della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco (cod. it. 261), composto di 109 carte, steso dalla stessa mano neppure un mese più tardi del precedenteGa naar voetnoot18. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 88]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Privo di data è invece il codice della Biblioteca Estense di ModenaGa naar voetnoot19 (ms. it. 405 = αH.5.20), di 128 carte, rimaneggiato nel contenuto e nella disposizione. La parte dialogata finale è costituita da un unico colloquio che riprende però diversi argomenti dei manoscritti precedenti. Appare già una novità che ritornerà nelle stampe: i titoli dei paragrafi. L'opera si chiude con alcune preghiere in tedesco (Benedicite, Ave Maria, Pater Noster, Credo, Salve Regina) e due dediche, una all'imperatore SigismondoGa naar voetnoot20 e l'altra al patriarca di AquileiaGa naar voetnoot21, identificabile, sulla base della datazione da attribuirsi al manoscritto, con Ludovico di Teck, candidato dell'imperatore stesso, scelto dal Capitolo nel 1412. Ancora un altro rimaneggiamento riscontriamo nel codice conservato presso la Universitätsbibliothek di Heidelberg (Pal. germ. 657), di 88 carte, del quale il Brenner diede una parziale trascrizioneGa naar voetnoot22. Anche questa volta la sezione dialogata è abbastanza concisa e ridotta ad un solo dialogo; singolare è la sua collocazione, in quanto esso risulta precedere la coniugazione verbale, ora spostata in sede finale. Si colloca accanto a questi un quinto manoscritto posseduto dalla Biblioteca Nazionale di Firenze (Magl. IV 66), cartaceo, rubricato, | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 89]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
di 88 carte, datato 13 giugno 1467, profondamente rimaneggiato anch'esso, ma trattante sostanzialmente gli stessi argomentiGa naar voetnoot23. Si presenta come una rielaborazione dotta del medesimo metodo per lo studio del tedesco, tendente a dare al manuale una veste filosofica, che ne determina la suddivisione in quattro libri o ‘parti, sechondo lo quattro alimenti. Ella prima parte si è della terra e di quille cose che sono pertinente alla terra. El secondo si è delle aque e piove e di quille cose che s'apartiene all'aqua. El terzo si è delle aire e delle chose vi si apartenghono. El quarto si è del fuogho e delle cose celestiale e del dì e tempi e del numero scenpio e chonposito’Ga naar voetnoot24. I dialoghi ritornano qui ad essere tre, uno dei quali però completamente nuovo e trattante di una vendita di cavalli. Gli altri due riprendono l'uno il colloquio tra maestro e discepolo, l'altro il primo colloquio tra mercanti riscontrato nel codice viennese. L'interesse del manoscritto è grande dal punto di vista linguistico, perché appare per la prima volta in questi testi l'abbandono della koiné settentrionale di area veneta per un tipo di parlata che ci porta verso la Toscana. Non lo è di meno, d'altra parte, come indicazione di fonte, sia pur indiretta ancora, dell'incunabolo del Rottwil: compare infatti lo stesso titolo ripreso nella prima delle nostre stampe: ‘Al nome di Dio Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Questo libro lo quale si chiama Introito e Porta di choloro che voglono inparare tedescho è partito in quattro parti...’ Se si considera l'apertura dell'incunabolo del 1477, riportata più oltre, si rileva un contatto che non può essere casuale. E vi è di più: anche se la sequenza dei capitoli nell'incunabolo e nel manoscritto è diversa, data la suddivisione di quest'ultimo secondo i quattro elementi, si riscontra tuttavia una certa corrispondenza, almeno per gruppi di argomenti, nella suddivisione della materia. Inoltre i | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 90]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
titoli dei paragrafi spesso coincidono o quasi. Si osservino i seguenti esempiGa naar voetnoot25:
Ancora più interessante come fonte delle stampe pare un codice finora sconosciuto, prossimo strutturalmente a quello fiorentino, ma legato linguisticamente alla più antica e più diffusa tradizione veneta. E' conservato presso la Biblioteca Colombina di Siviglia, con la segnatura 7-3-18. Cartaceo, di carte 119, bianche a partire dal verso della centosedicesima, si interrompe a metà circa del primo dialogo. Gli ultimi due manoscritti che ci restano da esaminare sono alquanto differenti dai precedenti e molto prossimi tra di loro. Si tratta ancora di un codice monacense (cod. it. 362), di carte 101Ga naar voetnoot26, terminato con ogni probabilità il 20 dicembre 1460Ga naar voetnoot27, e di un | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 91]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
rimaneggiamento della stessa opera, cui furono aggiunte le versioni latina e ceca, disposto su quattro colonne, conservato in un manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana, segnato cod. Palat. lat. 1789, costituito di 84 carteGa naar voetnoot28. In queste opere scompare la coniugazione verbale e la parte dialogata viene sostituita da una serie di frasi che ci paiono esercitazioni scolastiche di componimento. E' da aggiungere forse a questa serie un ‘frammento di guida turistica italo-tedesca con frasi e parole di uso corrente’Ga naar voetnoot29 conservato nell'archivio del convento dei Padri Francescani di Capestrano | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 92]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
(L'Aquila). Si tratta di un codice ormai talmente deteriorato da risultare illeggibile, ma la cui grafia potrebbe attribuirsi al secolo che ci interessa. Un'eco dei manoscritti italiano-tedeschi ora esaminati si trova nelle due carte che chiudono un codice della Biblioteca Laurenziana di Firenze (Ashb. 352), contenente un trattato di aritmetica, datato 1457. Di esse ha dato notizia Poul HøybyeGa naar voetnoot30 che ne ha trascritto anche la prima parte, contenente un elenco di tessuti, gli stessi che conosciamo attraverso la lettura dei nostri manoscritti. Anche la serie di numeri posta in continuazione del paragrafo delle stoffe è un tema che ci è ben noto. Con l'interruzione improvvisa della numerazione per quattro al cardinale ottanta, l'opera dà l'impressione di non essere compiuta; l'idea è confermata dal riscontro nel codice di altre tre pagine squadrate, ma lasciate in bianco. Sull'ultima campeggia uno schematico, armonioso disegno a penna, rappresentante una melagrana, sotto la quale l'amanuense, che evidentemente riponeva scarsa fiducia nelle sue capacità figurative, scrisse un motto di spirito: ‘Pomj granatj da guardare, ma non da manzare’. In questa serie di codici italiano-tedeschi, considerevole se si pensa alle ben scarse tracce altrimenti rimasteci della conoscenza delle lingue straniere nel Quattrocento, ma probabilmente non completa ancora, è da vedere l'origine della ricca famiglia di stampe che costituiscono il tema del nostro lavoro. A fianco di queste opere che presentano la nostra lingua in prima posizione, si pone un frammento di incunaboloGa naar voetnoot31 privo di data come di nome di autore e di editore, consideratoGa naar voetnoot32 stampato a Venezia da | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 93]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Johann Hamman prima del 1500. Si tratta ancora di un manuale per l'apprendimento di una lingua straniera, che questa volta è l'italiano, compilato per allievi di parlata tedesca. Il lavoro lascia l'impressione di non essere stato condotto a termine, ma resta ugualmente interessante come unico documento a noi noto di metodo didattico tedesco-italiano. Nelle quattro carte che ci sono rimaste incontriamo esempi di coniugazione verbale all'indicativo presenteGa naar voetnoot33, seguiti da un elenco di paradigmi disposti cosiGa naar voetnoot34:
La conclusione, che non tarda a giungere, lascia chiaramente intendere che l'opera non dovesse terminare così nelle intenzioni dell'autore.
Dice infatti: ‘Dio saluda a vui, misier.
Dio dia a vvui un bon dì.
Dio dia a vvui un bon matin.
Dio dia a vvui una bona sera.
Da chi logo vegnì-vui?
Mi vegna da chaxa.
Che serà a vui charo?
Non altro per questa volta’.
Il frammento è tanto limitato che non ci permette alcun serio giudizio, potrebbe tuttavia essere una rielaborazione dei più numerosi manuali italiano-tedeschi e l'inversione delle lingue documenterebbe allora un interesse ed una diffusione ancora più vasti. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 94]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
II. Attuale documentazione del ‘solenissimo vochabuolista’.Sono disposte nelle pagine seguenti, per ordine cronologico, tutte le stampe del Solenissimo Vochabuolista conservate presso le più importanti biblioteche europee ed americane. La documentazione ha lo scopo di illustrare l'evolversi dell'opera dalla nascita fino al suo naturale esaurimento. Generalmente le stampe sono datate ed allora non possono sorgere dubbi intorno alla loro collocazione. Quando invece l'anno di pubblicazione è incerto, viene preposta alla data probabile l'abbreviazione ca.; se non è possible una datazione precisa, l'opera viene registrata a metà circa del periodo indicato dal termine ante e post quem o intorno all'anno ritenuto più probabile. I lavori appartenti allo stesso anno sono disposti pure nell'ordine cronologico, quando è possibile individuarlo, altrimenti secondo quello progressivo di lingue, avendo cura tuttavia di posporre le opere di cui non esistono esemplari o addirittura notizie sicure. Il materiale è sistemato secondo il seguente schema esemplificativo:
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1. Numerazione progressiva.E' in caratteri romani e viene data per facilitare le citazioni. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 95]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
2. Sigla di riconoscimento.Le opere datate sono contraddistinte da sigle corrispondenti all'anno di stampa, seguito da una lettera, dove la pluralità delle stampe di uno stesso anno lo esiga. Le opere non datate portano una numerazione progressiva, seguita dall'indicazione s.a. La sigla delle opere supposte è racchiusa tra parentesi uncinate < >; si usano invece le parentesi quadre [ ] nel caso in cui l'esistenza di una stampa di cui attualmente non si conoscono esemplari sia confermata dallo studio comparativo. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
3. Luogo ed anno di stampa.Il luogo di stampa è indicato nella versione italiana, onde evitare una fastidiosa eterogeneità. Luoghi ed anni di stampa supposti sono indicati tra parentesi quadre [ ]. Quando la stampa reca due date diverse, si assume come data reale di pubblicazione quella indicata nel colophon e si pone tra parentesi tonde ( ) quella riportata nel frontespizio. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
4. Revisori.Per i nomi si utilizza la forma grafica indicata nell'opera; per quelli non riportati dal testo, si sceglie la versione generalmente accettata dalla letteratura relativa. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
5. Stampatore, editore, libraio.Essendo spesso arduo distinguere esattamente queste tre figure nei primi secoli, si riportano tutti i nomi figuranti sulle stampe. Per le attribuzioni supposte si utilizzano le parentesi quadre [ ]. Notizie sommarie intorno all'attività dei personaggi vengono riportate in nota, evidenziate da asterisco a fianco del nome, la prima volta che esso compare. Le date indicate tra parentesi si riferiscono al periodo di attività. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
6. Titolo, sottotitolo, colophon.Titolo, sottotitolo e colophon sono tratti generalmente dallo originale o da una riproduzione. Nel caso si debbano invece utiliz- | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 96]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
zare informazioni trasmesse dalla letteratura, queste vengono racchiuse tra parentesi uncinate < >. Titolo e colophon vengono riportati interamente. Dei sottotitoli si dà invece soltanto il testo italiano, salvo nel caso che qualche versione presenti carattere di particolare interesse. Quando l'opera è priva di titolo vero e proprio, come accade spesso per gl'incunaboli, si trae dal testo una denominazione e la si pone tra parentesi tonde ( ). Se il titolo originale è andato perduto, si assume la denominazione di altre stampe prossime o quella convenzionale reperita nella letteratura e la si chiude tra parentesi quadre [ ]. L'indicazione dei tipi e delle carte cui si fa riferimento è data in corsivo; l'uso delle parentesi quadre [ ] segnala la mancanza di numerazione. Con una più ampia spaziatura si indicano le parti stampate in rosso. Data la molteplicità delle lingue incontrate, vengono conservate inalterate le abbreviature ed i numerosi segni presenti nelle opere. Il cambio di riga è indicato con due sbarre. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
7. Dati tecnici.Delle opere vengono riportati, nell'ordine, i seguenti elementi: formato con misure relative, numero di carte, registro, linee e colonne, caratteri, eventuali ornamenti (stemmi, marche tipografiche, cornici, silografie). Le misure del formato sono espresse in millimetri, nell'ordine di altezza per base e si riferiscono alla media degli esemplari, bordo compreso. Nella segnatura delle carte, quelle mancanti o supposte sono indicate tra parentesi quadre [ ]. Il segno □ indica carte prive di segnatura. Es.: □4, A8, B - D4, E8. Le carte bianche sono indicate con esponenti in aggiunta a quelli riferentisi ai fogli stampati. Es.: E6+2. Dal conteggio delle carte sono escluse quelle bianche. Il totale è racchiuso tra parentesi quadre [ ] quando su di esse manca la numerazione. Il numero seguente il segno + nel conteggio delle linee indica quelle esterne al corpo della pagina (ripetizione del titolo, citazione | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 97]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
delle lingue); es.: 48 + 2. Quando c'è un'oscillazione nel numero delle linee nelle varie pagine si dànno due numeri, separati da una sbarra; es.: 48/49 + 2. Per le opere attualmente irreperibili si riferiscono i dati citati nella letteratura. Per le misure dei caratteri si seguono le norme dell'IsaacGa naar voetnoot1 (altezza di 20 linee); per le maiuscole silografiche viene spesso indicata l'altezza in millimetri; quando le maiuscole sono usate per le iniziali soltanto, la loro misura è riportata tra parentesi quadre [ ]. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
8. Elenco degli esemplari.Ho segnalato tutti gli esemplari di cui sono venuta a conoscenza, aggiungendo, dove possibile, la loro collocazione. Biblioteche e collezioni sono siglate, secondo le indicazioni qui di seguito riportate. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
9. Citazioni e studi.Per maggiore chiarezza informativa ho tenuto distinte le citazioni dei cataloghi, delle opere bibliografiche e varie dagli studi specifici e più estesi. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
10. Osservazioni sull'opera.Sono contenute in questa parte osservazioni di dettaglio sulla opera e informazioni intorno ai singoli esemplari. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Abbreviazioni generali
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 98]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sigle relative a biblioteche
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 99]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IllustrazioniLe riproduzioni fotografiche sono date in scala 1:1, eccetto che nei casi qui sotto segnalati, in cui le misure sono le seguenti:
Indicando la biblioteca di appartenenza si segnalano le illustrazioni che per la prima volta appaiono riprodotte. Per esse si è ottenuta regolare autorizzazione da parte delle biblioteche interessate. Quando si riproducono più parti di un medesimo esemplare, la citazione viene fatta una sola volta. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Edizioni e ristampeI
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 100]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tav. 1. Adam von Rottwil, 1477. Recto della prima carta. (Per gentile concessione della Biblioteca Comunale di Treviso - Inc. 13539).
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 101]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
e vtilissi||mo per quele che vadeno a || pratichando per el mundo el || sia todescho o taliano:.
(c.[56]v, [g8], l. 22:) Explicit vocauolarius:.
4o (mm. 194 × 144); cc. [56], a-g8; 31 ll.; 2 coll.; car. semigot. (G 94)Ga naar voetnoot2; spazi bianchi con lettere-guida per le iniziali, che sono tracciate a mano negli esemplari di Treviso e Vienna.
Esemplari: Amburgo BNU (Inc. A/23), Berlino Ovest BN (VB 3812), Boston Medical Library, Manchester BU, Monaco BN (4o Inc. c.a. 106), Treviso BC (Inc. 13539), Vienna BN (12 H 6).
Bibliografia: Ballard, 719; Brunet V, p. 1339; Copinger, 6304; Dibdin, p. 294; Gallina, p. 38; Goff, V-321; Graesse VI, p. 382; IGII, 5188; Klaiber, p. 85; Migliorini, p. 90; Zaunmüller, p. 209. Boselli, p. 79; Brenner (I), p. 129; Emery, p. 35; Morandi, p. 140; Mussafia, p. 106; Olivieri, p. 83; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco. Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; proemio, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo. L'opera è ancora priva del frontespizioGa naar voetnoot3 e del proemio dal quale si trarrà il titolo delle stampe successive. Manca pure l'indicazione del luogo di stampa, identificato come Venezia, data l'attività dello stampatore, oltre che la tinta dialettale del testo. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 102]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'esemplare di Treviso, il meno noto della serie, risulta essere attualmente, tra quelli da me consultatiGa naar voetnoot4, il più interessante, in quanto completo, perfettamente conservato e colorato. Proviene dalla biblioteca privata di Mons. Giovanni Battista Rossi, arciprete della Cattedrale di Treviso, e fu ceduto al Comune della città nel 1811, al tempo delle soppressioni conventuali napoleoniche. L'esemplare di Vienna è mutilo delle carte a1 e [a8]. Non sono più reperibili due esemplari che il MussafiaGa naar voetnoot5 indicava come conservati l'uno nella Biblioteca dell'Università di Vienna, l'altro in una raccolta privata. Pure irreperibile è l'esemplare della Biblioteca Civica di Torino, segnalato dalla Commissione del Gesamtkatalog.
Tav. 2. Domenico de Lapi, 1479. Inizio del manuale. (Per gentile concessione della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco - 4o Inc. c.a. 149).
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
[pagina 103]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
II
|
s2 Olenissimo vo chabuolista e utilissimo a imparare legere per li che de siderase senza ādare aschola Como eartesa ni e done. Anchora puo imparare todesc ho eltalian eltodesc ho puo ī parare taliā che inq̄sto libro size tuti nomi vocaboli e parole che seposino dire in piu modi. | d2 Isem aller er wirdigosten vnd nůtzestē vocabu lario zelernē durch dz. du betrachtest sun der zue schuel zegon alswie. hantwercksz lůt vnd dar inn mag lernen ein tůtscher welsch vnd ein wel scher tůtsch wā wa rumb in disem bůch sind alle nāmen vud allerlei wort die mā mag sptrechen ī mae ncherlei weg |
(c.[2]v, [a2], col. 1:)
q4VESTO || LIBRO || El quale || sichiama ī||troito eporta de q̄le || che uolēo ī parare e || cōprēder todescho || a latino cioe taliano || el quale evtilissimo || q̄le che uano prati||chando lomondo o||sia todescho osia taliā.
(c. [64]r, □6, l. 20:)
Explicit vocabolari 9 | Pitat got fuer mich | |
Pregati dio per me | zuo lon | |
in pagamento | Volpracht | |
Compido | Durch maister domi | |
Per maestro dōeēgo | Von Lapi | nico |
De lapi |
(c. [64]v, □6:)
IN || LA SA||PIENCIA || DE BOLOGNA || FVI STAMPADA || DA PRILE. M.CCCC.||LXXVIIII.PER.D.LAPI ||
IN DER VVISHEIT ZVo || BOLONIA IST ES || GEDRVCKET || DES APR||ELLEN || .M.||.CCCC.||LXX||VII||II. || FINIS LAVS DEO ||
4o (mm. 200 × 135); cc. [63], a1+9 b-g8 □6; 27 ll.; 2 coll.; car. rom. (R 109); spazi bianchi con letterine-guida per le iniziali.
Esemplari: Bologna BU (A.V.B.X.34), Copenaghen BR, Londra Br. M. (IA 28623), Monaco BN (4o Inc. c.a. 149), Venezia BN (Incun. 1135).
Bibliografia: Ambrosini, p. 19; Bacchi della Lega, p. 90; Bertieri, p. 64 e tav. LIII; BMCat. VI, p. 814; Brunet V, p. 1339; Copinger, 3499 e 6305; Denis (III), I, p. 111; Gallina, p. 38; Graesse VI, p. 382; Klaiber, p. 85; Madsen, 4214; Migliorini, p. 90; Proctor (I), 6536; Zaunmüller, p. 209.
Boselli, p. 79; Brenner (I), p. 130; Emery, p. 35; Messi, p. 605; Morandi, p. 139; Mussafia, p. 107; Olivieri, p. 83; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Appare qui per la prima volta il proemio dal quale verrà tratto il titolo: Solenissimo Vochabuolista. Un vero titolo d'altra parte potrebbe essere esistito in origine, poiché le carte del primo fascicolo sono in numero dispari (nove) e segnate in modo da far supporre che la prima attuale fosse in realtà la seconda. Mancherebbe dunque, negli esemplari che consociamo, una carta iniziale che potrebbe aver costituito il frontespizio, oppure essere stata semplicemente bianca. La numerazione eseguita manualmente sull'esemplare di Monaco conferma la nostra ipotesi. Nuova edizione del lavoro precedente ed unica stampa bologneseGa naar voetnoot6.
Nell'esemplare di Monaco le iniziali dei capitoli sono tracciate a mano con inchiostro blu nella parte in italiano, rosso nella versione tedesca.
L'esemplare di Venezia è mutilo della metà della carta [e6]. E'andato distrutto quello un tempo conservato a Dresda, nella Sächsische Landesbibliothek, segnato Inc. 1974 (4o).
III
1482 Vienna, 1482
[Stephan Koblinger]Ga naar voetnoot*
(Solenissimo Uochabuolista)
(c.[1]v, [□1], semigot.:)
[S]4Olenissimo Uo chabuolista e v tilissimo a impa rare legere per li che desiderase senza āda re aschola Como cartesani e done. Anchora puo impa rare todescho eltalian elto descho puo imparare taliā perche īquesto libro sise tuti nomi vocaboli e parole che seposmo dire in piu modi. | [D]4Isē aller erweir digistn̄ vn̄ nůtz isten Uocabula rium Zulernen durch das. du betrachtest: sunder zu schuel zegan Als wie. Hantwerchsleůt: vnd darinnen Maglernen ain Teůtscher wälsch: vnd ain wālscher teůtsch wann wa rumb in disem Puech sind all namen: vn̄ allerlai wort die man mag sprechn̄ inma nicherlay weg. |
(c.[2]r, A1, col. 1:)
q6VESTO || LIBRO || El Quale || sichiama ī||troito E || porta de q̄||leche voleno imparare e ɔ̧||prendere todescho a latino || cioe taliano el quale e utiliss||imo quele che vana prati||chando lo mondo o sia to||descho o sia talian.....(c.[52]r, [g6], l. 18:)
Explicit vocabolarius ||
Stampada questo libro || in Uiena Anno 7c̄lxxxii. ||
Gedruckt Zu Wienn. || Anno dn̄i 7c̄.lxxxii. ||
4o (mm. 198 × 140); cc. [52], recto della prima e verso dell'ultima bianchi; □1, A1, a6, b-e8, f-g6, 33 ll.; 2 coll.; car. semigot. (G86)Ga naar voetnoot7, spazi bianchi con letterine-guida per le iniziali.
Esemplari: Budapest BU (952.0), Londra BrM (IA 51503), Vienna BN (Ink.2G63).
Bibliografia: BMCat. III, p. 809; Brunet V, p. 1340; Copinger, 6306; Graesse VI, p. 383; Klaiber, p. 85; Langer-Dolch, p. 11; Proctor (I), 9470; Sajó-Soltész, 3503.
Boselli, p. 84; Mussafia, p. 107; Olivieri, p. 84.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro precedente, riveduta nella versione tedesca.
L'opera è priva del nome dello stampatore, identificabile, in base ai caratteri usati, con Stephan KoblingerGa naar voetnoot8.
Della stampa si conosce un unico esemplare completo, quello conservato a Vienna, che però risulta molto disordinato: solo i quaterni b, c, ed i terni f e g sono regolari; tutti gli altri fascicoletti presentano qualche irregolarità, generalmente inversioni di carte dovute a semplice errore di cucitura; il quaterno e appare invece difettoso nella stampa stessa, poiché ai recti delle carte e3, e4, e5, e6 non corrispondono i dovuti versi. Perfettamente ordinata è invece la seguenza delle carte nello esemplare di Budapest, che risulta però mutilo della carta riportante il colophon. E' questo comunque il testo conforme alla volontà dello editore e allo stato attuale della documentazione il più importante, poiché il volumetto conservato a Londra si riduce ad un frammento di 22 carte (a8[b-c8] d8 [e-f8] g6).
IV
1 s.a [Roma, 1479-1493]
[Stephanus Plannck]Ga naar voetnoot*
(Solennissimo Vocabulista)
(c.[1]v, [a1], semigot.:)
S3Olennissimo vocabulista e vtilissimo a imparare legere per quilli che desiderasse senza andare a schola: chomo arte sani e donne. Anchora il taliano puo imparare todescho: e vn todescho puo imparare talian: per che in questo libro sice cōtiene tuti no mi vocaboli e parole che se posseno dire in piu modi. | D3Isem aller erwirdigisten vnd nutzlichisten vocabulario zelernē durch dasdu betrachtest sūder zuschul zegā: als wie hātwerckslit. Und dar in mag lernē ein teutscher welsch vnd ein welscher teutsch: darumb sind in disem buch alle namen vnd aller lei wort die man mag sprechen in mancherlei weg. |
(c.[2]r, a2, col. 1:)
Q3Uesto libro si chiama intro||ito e porta de quelle che vo||leno imparare e comprēde||re todescho a latino cioe taliano el || quale e vtilissimo per quelle cħ va||no praticando per lo mondo o sia || todescho o talian.....
(c.[25]v, [d5], l. 33:)
Finis.||
4o (mm. 195 × 140); cc. [25], recto della prima bianco; a8, b-c6, d5+1; 36 ll.; titolo, introduzione e indice su 2 coll., corpo su 4; car. semigot. G (88)Ga naar voetnoot9; iniziali semplici, [10] mm.
Esemplari: Monaco BN (4o Inc. s.a. 1975, 4o Inc. s.a. 1096d).
Bibliografia: Brunet V, p. 1343; Gallina, p. 38; Klaiber, p. 85Ga naar voetnoot10; Panzer (I), XI, p. 337.
Brenner (I), p. 131; Mussafia, p. 108.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Nuova edizione, corretta e variata in diversi punti, del lavoro del 1479. L'opera non è datata, ma dallo studio comparativo risulta possibile collocarla tra il 1479 ed il 1493Ga naar voetnoot11. Una nota manoscritta su un esemplare di Monaco riporta inoltre: ‘Typi sunt gothici medii, Stephani Plannck, Romae’. Siccome risulta che Stefano Plannck lavorò a Roma tra il 1479/80 ed il 1500Ga naar voetnoot12, l'ipotesi resta confermata.
Sul recto della prima carta dell'esemplare di Monaco (4o Inc. s.a. 1975) è tracciato a mano un titolo: ‘Vocabularius italo-germanicus’.
V
2 s.a. [Venezia, 1493-1498]
[Bernardino Benali]Ga naar voetnoot*
(Solennissimo vocabulista)
(c.[1)r, [a1: Silografia)
(c.[1]v, [a1], semigot.:)
S2Olennissimo vocabulista ᵌ vtilissimo a imparare legere per quelli che desiderassē senza ādare a schola: chomo ar tesani ᵌ dōne. Anchora il talia no puo imparare todesco: ᵌ vn todesco puo imparare talian: che in questo libro si se contiene tutti nomi vocabuli e parole che se posseno dire in piu modi. | D2Isen aller erwirdigisten vnd nutzlichisten vocabu lari zelernē lesen der es begert sunder zuschuͤl zegan: als wie hantwercksleuͤtht. Und auch mag darin lernen ein teutscher welsch vn̄ ein welscher teutsch wenwaruͤm in disem buch hal ten sich in alle namen vocabel vnd wort die mā māg sprechē in mancherlei hande. |
(c.[2]r, a2, col. 1:)
Q4Uesto libro se chia||ma introito ᵌ porta || de quelli chevoleno || imparare ᵌ comprē||dere todescho a latino cioe tali||ano elquale e vtilissimo quel||li che vano praticādo lo mon||do o sia todesco o talian......
(c.[30]r, [e6], l. 26:)
Finis. || (c.[30]v, [e6]: Silografia).
4o (mm. 205 × 150); cc. [30]; a-b4, c8, [d8], e6; 36 ll.; titolo, introduzione ed indice su 2 coll., corpo su 4; car. semigot. (G83); cc. [a1]r e [e6]v silografie (tavv. 4 e 5); iniziali semplici.
Esemplari: Monaco BN (4o Inc. s.a. 1096).
Bibliografia: Klaiber, p. 85; Sander, 7712.
Brenner (I), p. 132.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; proemi, indice, corpo.
Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Nuova edizione, dipendente dal lavoro del Plannck.
La datazione dell'opera è ricostruibile attraverso due silografie poste all'inizio ed alla fine del volumetto, come copertine figurate. Esse, infatti, appartengono ad una serie più vasta, di cui tre scene vennero usate nel 1493 per illustrare un'edizione dei Fioretti di San Francesco d'AssisiGa naar voetnoot13. L'una rappresenta San Giovanni Battista e San Pietro che reggono un tralcio di vite, sul quale è la scritta ‘Veritas hec est summa’; entro volute sono segnati i nomi delle persone divine ed il trigramma YHS. L'altra presenta San Giovanni Evangelista e S. Francesco che sorreggono lo stesso tralcio di vite con una scritta: ‘Maria Mater Virgo ante partum, in partu, post partum’. Siccome le stesse silografie illustrano varie opere stampate tutte con gli stessi caratteri, tra le quali anche quelle di Lorenzo Giustiniani, citate nel privilegio datato 15 febbraio 1493, concesso per la stampa a Bernardino Benali e conservato nello Archivio di Stato di Venezia, anche il nostro vocabolario sarebbe da attribuire a tale stampatore. Ulteriore conferma deriva dall'esame dei caratteriGa naar voetnoot14.
La data di stampa dovrebbe essere successiva al 1493, dato che una simile serie di silografie è probabile sia stata composta per illustrare
libri d'argomento religioso ed una delle nostre chiaramente per i Fioretti del Santo di Assisi, che, come sappiamo, recano tale data. Il termine ante quem è poi rappresentato dalla data di stampa del primo vocabolario che mostra di dipendere da quello del Benali: è il 1498. Data l'attività del Benali, il luogo di stampa è probabilmente Venezia. L'unico esemplare noto dell'opera è diffettoso: dal cap. 38 si passa al secondo del II libro; sono mancanti circa 570 linee, che corrispondono ad un quaterno di carte a due colonne, di 36 linee. Si tratterebbe del da noi supposto quaterno d.
VI
1498 Venezia, 1498
Iouanne Baptista de SessaGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Questo Sie Uno Libro || Utilissimo A Chi Se || Dileta De Intendere || Todescho Dechia||rando In Lin||gua Taliana || 1. ||
(c.[1]v, [a1], rom.:)
S2Olennissimo vocabulista & vtilissimo a imparare lege re per quelli che desiderassē senza ādare a schola: chomo artesani & dōne. Anchora il taliano puo imparare todesco: & vn todesco puo imparare talian: per che in questo libro si se cōtiene tutti nomi voca buli e parole che se posseno dire ī piu modi. | D2Isen aller erwirdigisten vnd nutzlichistē vocabula ri zelernē lesen der es begert sunder zuschuͤl zegan: als wie hant wercksleuͤtht. Vnd auch mag da rin lernen ein teutscher welsch vn̄ ein welscher teutsch wen waruͤm in disem buch halten sich in alle namen vocabel vnd wort die mā mag. sprechē ī mācherlei hande. |
(c.[24]v, [f4], l. 16:)
Finis. || Impresso in Venetia per Iouāne || Baptista de Sessa. M.cccc.lxxxx || viii.adi.xiiii.del mese de Aprile. || 2. ||
4o (mm. 197 × 140); cc.[24], a-f4; 38 ll.; introduzione ed indice su 2 coll., corpo su 4; car. semigot. (G178) nel front.Ga naar voetnoot15, rom. (R82) nel testo, maiusc. [8] mm.; marche tipografiche nel front. (tipo 1) e nell'ultima carta (tipo 2); c. 2r, prima iniziale ornata (15 × 15 mm), lombarde altrove.
Esemplari: Londra BrM (IA.24555), Monaco BN (L.germ. 18t 4o).
Bibliografia: BMC CXXXVII, p. 152; BMCat. V, p. 480; Klaiber, p. 85; Panzer (I), IX, 2352b; Proctor (I), 5590a.
Brenner (I), p. 132.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa della precedente edizione, arricchita di un nuovo titolo. L'esemplare di Monaco è mutilo delle ultime pagine ed appare composto di sole 16 carte (fino al cap. XLV). Il frontespizio, inoltre, risulta privato
della marca tipografica, nettamente ritagliata; restano visibili parzialmente le iniziali dell'editore (IB) e la corona. La seconda lettera fu dal BrennerGa naar voetnoot16 già interpretata come R, ma l'esistenza dell'esemplare inglese fa dileguare ogni dubbio: si tratta di B.
Fino al 1939 esisteva un terzo esemplare, conservato a Norimberga nel Museo TedescoGa naar voetnoot17.
I caratteri impiegati sono uguali a quelli del Bonelli e furono usati anche per la stampa successivaGa naar voetnoot18.
VII
1499 Venezia, 1499
Manfrino de MonteferratoGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Questo e vno libro vti||lissimo a chi se dileta || de intendere tode||scho dechiaran||do in lingua || taliana. ||
(c.[I]v, [a1], rom.:)
S2Olennissimo vocabulista & uti lissimo a imparare legere per quelli che desiderassen senza anda re a scola: como artesani & donne. ancora il taliano puo imparare todesco: & vn todesco puo imparare talian: perche in questo libro si se contiene tutti noi vocabuli e parole che se posseno dire in piu modi. | D2Isen aller er wirdigistē vnd nut zligistē vocabulari zelernē lesen der es begert sunder zuschuͤl gan: als wie hant wereksleuͤthe: Vnd auch mag darin lernen ein te uͤtscher w elsch vn̄ ein welscher te uͤtsch wen waruͤm in disem puech halten sich in: alle nåmen vocabel vnd wort die mā måg. sprechē i mā cherlei hande: |
(c.[24]v, [f4], l. 16:)
finis. || Impresso in Venetia per Maestro || Manfrino de monteferrato da || Streuo de bonelli del M.||cccc.lxxxxviiii.Adi.||v. del mese de || Luio.
4o (mm. 196 × 142); cc.[24], a-f4; 38 ll.; sottotitolo, introduzione ed indice su 2 coll., testo su 4; car. rom. (R 82) nel testo con maiusc. [5-7] mm, semigot. (G 116) nel front.; front. con cornice (tipo I); due iniziali ornate (10 mm).
Esemplari: San Marino (USA) Henry E. Huntington Libr., Vienna BN (25.G.8).
Bibliografia: Brunet III, p. 1068; Copinger III, p. 353; Gallina, p. 38; Goff, L-201; Graesse IV, p. 202; Klaiber, p. 85; Mead, 3148; Panzer (I), IX, 2502b; Proctor (I), 5370.2.
Brenner (I), p. 133; Mussafia, p. 108; Olivieri, p. 84.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa variata del lavoro precedente; di esso si conservano pure i caratteri e l'impaginatura.
Riscontriamo nell'esemplare di Vienna tre carte dal verso interscambiato; si tratta di c4, d4, e4.
VIII
1500 Venezia, 1500
Ioanne Baptista de Sessa
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Questo Sie Uno libro uti||lissimo A chi se dileta de || Intendere Todeshco || dechiarando In || lingua Taliana || 3. ||
(c.[I]v, [a1], rom.:)
S3Olennissimo uocabulista & utilissimo a imparare legere per quelli che desiderassen senza andare a schola: chomo artesani & donne. Anchora il taliano | D3Isen aller erwirdigistē und nutzlichisten uocabulari zelernē lesen der es begert sunder zuschuͤl zegan: als wie hant wereksleuͤtht. Vnd auch mag da |
puo imparare todescho: & un tode scho puo imparare talian: perche ī quaesto libro si se contiene tuti nomi uocabuli e parole che se possēo dire in piu modi. | rin lernen ein teutscher welsch un̄ ein welscher teutsch wen waruͤm in disem buch halten sich in alle namen uocabel und wort die mā måg sprechē i mācherlei hande. |
(c.[24]v, [f4], l. 17:)
Finis || Impresso in Venetia per Ioanne || Baptista de Sessa. M.ccccc.adi||xix. del mese de decembrio. || 3. ||
4o (mm. 197 × 141); cc. [24], a-f4; 38 ll.; sottotitolo, introduzione ed indice su 2 coll., corpo su 4; car. rom, (R 81), semigot. (G 130) nel titoloGa naar voetnoot19; marca tipografica di Giovanni Battista Sessa (tipo 3) nel front. e nell'ultima carta; front. simile a quello del 1520; iniziali semplici, [9] mm.
Esemplari: Monaco BN (4o Inc. c.a. 1813m), Roma B Casanatense (Inc. 1900).
Bibliografia: Klaiber, p. 85; Manacorda, p. 244; Reichling, n. 966. Brenner (I), p. 133; Morandi, p. 140; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro del Benali.
Dei due esemplari che conosciamo, soltanto quello romano esprime la volontà dell'editore e presenta una corretta seguenza delle pagine; quello conservato a Monaco è invece, con ogni probabilità uno scarto di tipografia, già riconosciuto come tale dall'editore, che non impresse su di esso il suo marchio tipografico. Le carte d1v e d2r sono rispettivamente la ripetizione di d2v e di d1r, in quest'ultimo esemplare.
IX
1501 Milano, 1501
Alexandrus Pilizonus.Ga naar voetnoot*
(c.[I]r, a1, got. silogr.:)
Questo Sie Uno Libro || Utilssimo A chi Se di||lecta De Intendere || Todescho Dechia||rando In Lin||gua Latina ||
(Col. I, semigot.:)
S2Olennissimo vocabulista ᵌ || vtilissimo a imparare e legere || per quelli che desiderassen senza || ādare aschola: chomo artesani ᵌ || dōne. Anchora il taliano puo im||parare todescho: ᵌ vn todesco puo || imparare talian: per che in questo || libro si se cōtiene tutti nomi voca||buli e parole che se posseno dire ī || piu modi. ||
D2Isen aller er wirdigisten || vnd nurzlichistē vocabula||ri zelernē lesen der es begert sun||der zuschul zegan: als wie hant||wereksleuͤtht. Und auch mag da||rin lernen ein teutscher welschvn̄ || ein welscher teutsch wen waruͤm || in disem buch halten sich in alle || namen vocabel vnd wort die māg. sprechē ī mācherlei hande. ||
(c.[20]v, [e4] l. 38:)
Finis. || Impressum Mediolani per || Magistrū Alexan||drū Pilizonū || M.ccccci.die. xiiij. Mēsis. Octubris. ||
4o (mm. 198 × 137); cc. [20], a-e4; 44 ll.; 2 coll. fino all'indice, 4 nel corpo dell'opera; car. semigot. (G 71) tranne nel titolo che è silografico; iniziali calligrafiche senza letterina-guida, [6] mm.
Esemplari: Milano B. Triv. (H 719).
Bibliografia: Bologna I, n. 253Ga naar voetnoot20.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro del 1498.
Prima stampa milanese del Vochabuolista. Caratteristica è la denominazione dell'italiano, chiamato lingua latina, come nei primi incunaboli.
X
1502 Perpignan, 1502
Johan RosembachGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], silogr.:)
Vocabolari molt profitos per || apendre Lo Catalan Alamany || y Lo Alamany Catalan. || (Silografia)
(c.[1]v, [a1], semigot.:)
En aquest libre son cōtenguts || coses de gran valor y vtils per || apendre Alamā y Catalan y || es necessari ben lar lo alamā de sa-||ber entendre algunes letres q̄ ay en lo || Alfabet com veurē y nō sabent aq̄lles || iames se porria ben pnunciar lo ala-||mā.....
(c.[2]r, a2:)
Aquest molt digne y vtil vocabola ri a instruir apendre sinse anar ala schola açi cō son menestrals aqui pot apendre vn alaman catalā y ca talan alamany en lo present libre son contenguts tots noms y mots que sepugua demanar tot capitolat ab sa taula. | Disen aller erwir digsten vnd nuoze sten vocabulario zu lernen duotsch du betrachtest sun der zu schul zegō als wie. han werckszlut. Vnd dar in mag lernen ein tutscher welsch vn̄ ein welscher tutsch wan warumb in disem buoch sind alle nāmen vnd al lerley wort die mā mag sprechen in maencherley weg. |
(c.[72]r, [i8], l. 4:)
Stāpat lo present Vocabolari en la noble vila de Per pinya mestre Jo han Rosembach. Any. M.d.e. dos. | Gedrukt ist diser vocabolari in der edlē stat zu perpin ia von meister han sen Rosēbach Jm Jar. M.d.vn̄.ii. || 4. || |
4o (mm. 136 × 95); cc.[72], ultima bianca al verso; a-i8; 23 ll.; testo su 2 coll., tranne c.[1]v; car. semigot. (G 99); marca tipogr. (tipo 4); silografia sul front. (tav. 10); iniziali semplici.
Esemplari: Barcellona BCentr.
Bibliografia: Norton (II), p. 102; Palau (I), VII, p. 219Ga naar voetnoot21; Rubió, p. 130; Sanpere y Miquel, p. 323-25; Vindel, 41Ga naar voetnoot22.
Barnils; Flasche, pp. 267 sgg.; Grossmann, pp. 137 sgg.; Klaiber, p. 81.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: catalano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 56 + 8; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Unica stampa del Vochabuolista priva dell'italiano e primo dizionario catalano-tedesco.
Nuova edizione dipendente dal lavoro del De Lapi.
XI
1510 Roma, 1510
Jacobus MazochiusGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], rom.:)
Introductio quaedam uti-||lissima / siue Vocabularius || quattuor linguarū Latinae || Italicae / Gallicae & Alama-||nicae / per mundum uersari || cupientibus summe utilis.
(c.[2]r, a2:)
U3Tilissimo uocabulista a imparare legere per quelli || che desiderassen senza andare a schola: como arte||sani & donne. Anchora iltaliano puo impare Lati||no / Franzoso / & Todescho: & cosi ciaschadun di loro pora || intendere Italiā: perche in questo libro si se contiene tutti no||mi / uocabuli e parole che se posseno dire in piu modi. ||
(c.[60]v, [o4], l. 9:)
FINIS. || Impraessum Romae per magistrum Iacobum Mazo-||chium Romanae Achademiae Bibliopo. Anno || M.D.X. Triumphante diuo Iulio. II: || Pontifice Maximo: Anno || eius. VII || 5. ||
4o (mm. 201 × 140); cc.[60], verso della prima bianco; a8, b-o4; 29 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera su 4; car. rom. (R 113), maiusc. [14-16] mm.; marca tipogr. (tipo 5) con le iniziali dello stampatore sulla ultima carta (tav. 13); front. con cornice (tipo II, tav. 12)Ga naar voetnoot23; iniziali semplici.
Esemplari: Cambridge BU (F 151.d.2.1), Perugia BC (II.1.8.4), Venezia BN (Misc. 2473).
Bibliografia: Adams, D 413; Ascarelli (II), 17; Ascarelli (III), p. 300; Gallina, p. 38.
Messi, p. 607.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Prima edizione plurilingue, derivante dal lavoro del Plannck, ma profondamente rielaborata. Nuovo titolo.
Le versioni aggiunte (latina e francese) non sono complete; mancano nel corpo dell'opera diversi vocaboli.
L'esemplare di Cambridge è privo del frontespizio.
XII
1511 Trento, 1511
Mapheus de FracaçinisGa naar voetnoot*
(c[1]r, [A1], semigot.:)
Questo sie vno libro vti-||lissimo: a chi se dileta de intendere || Todescho: Dechiarando in || lingua Taliana. || + || 6. ||
(c.[1]v, [A1]:)
S4Olēnissimo Uocabulista ᵌ uti||lissimo a impsrare legere q̄l-||li che desiderassen senza anda||re a schola: como artesani ᵌ dō||ne. Anchora il Taliano puo īparare T[o]||descho: ᵌ uno todesco puo imparare tali||ano: perche in questo Libro si se ɔ̧tiene || tuti li nomi uocabuli e parole che se pos-||seno dire in piu modi. ||
D2Issen aller er wirdigistē und nut-||zligistē Uocabulari zelernen lesen || der es begert sunder zuschuelgan: als wie || hant wereksleuethe: Und auch mag da-||rin lernē ein teuetscher welsch un̄ ein wel||scher teuetsch wen waruem ī disem puech || halten sich in: alle naomen Uocabel und || wort die mā maog s[ ]ē in mācherlei hande. ||
(c.[57]v, [H3]:)
Laus Deo. Finis. || Tridenti per Mapheum de Fraca-||çinis Briẍ. Die.xviij.mensis || Septemb. M.ccccc.xj. || + ||
(c.[58]v, [H4]:)
Dissen aller erwirdigistē vnd nutzli||gistē Uocabulari zelernē lesen der es b[ ]||gert sunder zuschuelgā: als wie hantwer||eksleuethe: Und auch16o (mm. 149 × 106); cc. [58], recto dell'ultima bianco; A-B8, C6, D-G8, H4; 25 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera generalmente su 2; car. semigot. (G99); marca tipogr. (tipo 6) con le iniziali di Zoan Pezoni sulla prima ed ultima carta (tav. 16); silografia a c. 2r (tav. 14); iniziale decorata a c. 8v (tav. 15).
Esemplari: Bologna BU (A V Caps. 87 No. 8), Brescia BC.
Bibliografia: Bampi; Bart Rossebastiano (V); Lechi, p. 111; Norton (I), p. 19.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo, proemio in tedesco. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa dell'opera di Manfrino de Monteferrato (1499).
La descrizione del Lechi (s.n.t., [Collio, Fracassini]) e la citazione del Norton (Gabriele de Fracassini) si basano su un esemplare incompleto (56 cc.), attualmente nella biblioteca di Brescia e mancante del colophon. L'altro esemplare, emerso durante le mie ricerche, conferma che lo stampatore fu uno dei Fracassini, ma precisamente Maffeo, mentre il luogo di stampa risulta Trento invece di Collio. La marca tipografica fa supporre che l'opera sia stata approntata per l'editore trentino Zoan Pezoni.
XIII
[1513] Venezia, 1513
Melchiorre SessaGa naar voetnoot*
<Questo sie uno libro utilissimo a chi se dileta in intendere Todescho dechiarando in lingua Taliana.>
Secondo le indicazioni del Brunet l'opera sarebbe in-4o, composta di cc. [24], a 4 coll., segnate A-E4. E' appena il caso di far notare che le notizie sono contrastanti tra di loro e quindi da considerare soltanto approssimative.
Esemplari:
Bibliografia: Brunet V, p. 1343; Gallina, p. 38; Graesse VI, p. 383. Brenner (I), p. 134; Mussafia, p. 108.
Note: Famiglia AGa naar voetnoot24.
Ordine delle lingue: italiano, tedescoGa naar voetnoot24.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9. Indice dei capitoli in ordine progressivoGa naar voetnoot24.
Dovrebbe trattarsi di una ristampa rielaborata del vocabolario del 1498. Un esemplare dell'opera sarebbe stato venduto ancora nel 1862.
XIV
1513a Venezia, 1513
Melchiorre Sessa
<Quinque linguarum utilissimus vocabulista Latine, Tusche, Gallice, Hyspane & Alemanice.
Venetiis, Melchorem Sessam, 1513.>
Dalla descrizione del Palau l'opera risulta in-4o, di cc. [24], in car. gotici.
Esemplari: B. priv. Marchese di Astorga.
Bibliografia: Gallina, p. 31 e, presumibilmente, p. 39Ga naar voetnoot25; Palau (I), VII, p. 219.
Note: Famiglia CGa naar voetnoot26.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, spagnolo, tedesco. Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9Ga naar voetnoot26. Indice dei capitoli in ordine alfabetico per ciascuna linguaGa naar voetnoot26.
Dovrebbe trattarsi di una rielaborazione del quadrilingue del Mazzocchi e costituirebbe allora il primo quinquelingue conosciuto. Di esso non è reperibile attualmente alcun esemplare conservato in pubbliche biblioteche. Se corrispondente alla descrizione a noi nota, sarebbe questa la prima edizione contenente lo spagnolo e rappresenterebbe anche il primo esempio di un dizionario presentante insieme italiano e spagnolo.
XV
1514 Roma, 1514
Marcello SilberGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Questo sie uno Libro utilissimo a chi se di||lecta de intēdere Todescho dechiarā||do in lingua Taliana. || (Silografia) ||
(c.[I]v, [a1], affiancata da due silografie:)
S2Olemnissimo vocabulista / ᵌ vtilissimo a a imparare legere per q̄lli cħ desiderasseno senza an dare a schola: como artesa ni / ᵌ donne. Anchora il ta liano puo imparare todes cho / ᵌ vn todescho puo imparare taliano / per che in questo libro si se contiene tutti li nomi / vocabuli / e parole che se posseno di re in piu modi. | D2Isen aller erwirdigi sten vnd nutzlichstē vocabulari zu lernen lesen der es begeret sunder zu schuel zu gan / als wie hāt wercksleut vnd frauwen. Und auch mag darin ler nen ein teutscher welsch / vnd ein welscher teutsch / wen warumb in disē buch sin beschriben alle namen vocabel vn̄ wort wie man die sprechen mag. |
(c.[24]r, [f4], l. 10:)
Stampato in Roma per Marcello || Silber al's Franck / in Campo Flore || Anno del signore. M.d.xiiij. A di.ix. || de Febraro. || Gedruckt zu Rom durch Marcell || Silber oder Franck / wonende vff dē || Campo Flor / Im iar vnsers herren. || M.d.xiiij.den.ix.tag im Hornung. ||
4o (mm. 200 × 140); cc.[24], ultima verso bianca; a-f4; 38 ll.; parte introduttiva su 2 coll., corpo su 4, tranne l'ultima carta che è su 2 coll.; car. semigot. (G 146 per front., G 84 per il corpo), maiusc. [5-7] mm.; silografie al recto e al verso del front. (tavv. 17 e 18); iniziale semplice.
Esemplari: Roma B Apost. Vat. (Stampe Ross. 4282), Siviglia BS (14-2-7).
Bibliografia: Arbolí II, p. 286; Barberi II, p. LXII; Sander, 2412; Tinto, 170.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Edizione con caratteri peculiari, dipendente da una stampa che potrebbe identificarsi con il lavoro del 1513 del Sessa, se realmente esistito, dipendente a sua volta dal vocabolario del 1498.
Sulla carta f4v dell'esemplare di Siviglia è riportata la seguente nota manoscritta: Este libro costo en Roma 7 quatrines por diziembre de 1515. Esta registrado 2455.
XVI
1516 Augsburg, 1516
Erhart ÖglinGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [A1], got.:)
Introductio q̄||dam vtilissima / siue Vo||cabularius quattuor ling||uarū latine Italice / Gal||lice et Alamanice / per mū||dum versari cupientibus || summe vtilis. ||
(c.[2]r, A2:)
U3Tillissimo vocabulista a imparare legere per quelli || che desierassen senza andare a schola. como arte sa||ni et donne. Anchora iltaliano puo impare latino / || Franzoso / et Todescho. et cosi ciaschadun di loro pora inten||dere Italian. perche in questo libro si se contiene tutti nomi / || vocabuli e parole che se posseno dire in piu modi.
(c.[48]r, [m4], l. 4:)
Finis || Getruckt zů Augspurg durch Erhart || o̊glin.M.D.xvj. || 7. ||
4o (mm. 197 × 142); cc. [48], prima ed ultima carta bianche al verso; A-B4, c-m4; 35 ll.; parte introduttiva su 1 col., testo su 4, tranne alcune carte irregolari; car. got. (G 88); marca tipogr. con le iniziali E O di Erhart Öglin (tipo 7) sul recto dell'ultima carta; front. con cornice (tipo IV); iniz. ornate.
Esemplari: Heidelberg BU (E 86), Monaco BN (4o Polygl. 43; Rar. 1702 (Ink.)), Monaco BU (4o Philol. 338).
Bibliografia: BMC CXII, p. 158; Gallina, p. 38.
Brenner (I), p. 135; Emery, p. 36; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa dell'edizione del 1510. Il titolo è dato qui solo in latino. L'esemplare della biblioteca dell'Università di Monaco è mutilo del duerno c, sostituito con un quaterno bianco.
XVII
1516a Augsburg, 1516
Erhart Öglin
(c.[1]r, [A1], got.:)
Introductio q̄||dam vtilissima / siue Vo||cabularius quattuor ling|| uarū latine Italice / Gal||lice et Alamanice / per mū||dum versari cupientibus || summe vtilis. ||
Einfierūg latein / wälsch || Frantzesisch vn̄ teütsch / in || gemainē dingn̄ zů redn̄ vō || nuwem gedruckt vn̄ an vil || ortēzemal im latein vn̄ wel || schn̄ gebessert vn̄ corrigiert || dienē so durch die lād hand || lē vn̄ đ sprach nit kindn̄ nit || minđ noturftig dā nutzlich ||
(c.[2]r, A2:)
U3Tillissimo vocabulista a imparare legere per quelli || che desierassen senza andare a schola. como arte sani || et donne. Anchora iltaliano puo imperare latino / || Franzoso / et Todescho. et cosi ciaschadun di loro pora intende-||re Italian. perche in questo libro sy se contiene tutti nomi / vo-||cabuli e parole che se posseno dire in piu modi.
(c.[48]r, [m4], l. 4:)
Finis. || Getruckt zů Augspurg durch Erhart || oͦglin. M.D.xvj. || 7. ||
4o (mm. 194 × 137); cc. [48], prima ed ultima carta bianche nel verso; A-B4, c-m4; 35 ll.; parte introduttiva su 1 col., corpo dell'opera su 4, tranne che in qualche parte irregolare; car. got. (G 88); marca tipogr. di Erhart Öglin (tipo 7) sulla c.[48]r; front. con cornice (tipo IV); iniziali ornate.
Esemplari: Monaco BN (4o Polygl. 44).
Bibliografia: Brunet, Suppl. I, p. 682.
Brenner (I), p. 135; Emery, p. 36; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Titolo in latino e tedesco. Indice dei capitoli in ordine progressivo. Nuova tiratura del lavoro precedente.
XVIII
1516b Augsburg, 1516
Erhart Öglin
(c.[1]r, [A1], got.:)
Introductio q̄||dam vtilissima / siue Vo||cabularius quattuor ling|| uarū latine Italice / Gal||lice et Alamanice / per mū||dum versari cupientibus || summe vtilis. ||
Einfierūg latein || wälsch || Frantzesisch vn̄ teütsch / in || gemainē dingn̄ zů redn̄ vō || nuwem gedruckt vn̄ an vil || ortēzemal im latein vn̄ wel||schn̄ gebessert vn̄ corrigiert || dienē so durch die lād hand||lē vn̄ der sprach nit kindn̄ nit || minder noturftig dā nutzlich ||
(c.[2]r, A2:)
U3Tillissimo vocabulista a imparare legere per quelli || che desierassen senza andare a schola.como arte sani || et donne. Anchora iltaliano puo imperare latino / || Franzoso / et Todescho. et cosi ciaschadun di loro pora intende||re Italian. perche in questo libro sy se contiene tutti nomi / vo|| cabuli e parole che se posseno dire in piu modi.
(c.[48]r, [M4], l. 4:)
Finis. || Getruckt in der Kayserlich stat Augspurg durch || Erhart oͤglin im jar Do man zalt tausent || fünff hundert vnd sechtzehen iar am || zwoͤlfften tag des Moͤrtzen. || 7. ||
4o (mm. 190 × 135); cc.[48], prima ed ultima bianche al verso; A-M4; 35 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera su 4, tranne che sporadicamente; car. got. (G 88); marca tipogr. di Erhart Öglin (tipo 7) sul recto dell'ultima carta (tav. 19); front. con cornice (tipo IV); iniz. ornate.
Esemplari: Augsburg BNC (4o Spw. 40), Heidelberg BU (G.934325), Londra BrM. (12901.ccc.8), Monaco BN (4o Polygl. 43x), Monaco BU (4o Philol. 338b), Oxford BU (Mason S.27), Vienna BN (73 V.40x), Wolfenbüttel B Herzog August (31.4 Gram.), Zurigo BCentr. (Z II 157 K).
Bibliografia: Brunet III, p. 453; Graesse VI, p. 385; Panzer (II), 861; Proctor (II), 10719; Zapf II, p. 93.
Brenner (I), p. 135; Emery, p. 36; Mussafia, p. 108; Simonsfeld, p. 417.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Titolo in latino e tedesco. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro precedente.
L'esemplare dell'Università di Heidelberg già conosciuto come del 1530 circa, è mutilo del colophon e quindi della data di stampa. Dal confronto di alcune riproduzioni mi pare di poterlo identificare con questa stampa.
Non si hanno più notizie di due esemplari già a Tegernsee ed a Fürstenfeld, citati nel 1786 dallo Zapf.
XIX
1518 Augsburg, 1518
Erhart Öglin
(c.[1]r, [A1], got.:)
Introductio q̄||dam vtilissima / siue Vo||cabularius quattuor ling|| uarū latine Italice / Gal||lice et Alamanice || per mū||dum versari cupientibus || summe vtilis. ||
Einfierūg latein / wälsch || Frantzesisch vn̄ teütsch / in || gemainē dingn̄ zůreden vō || newem gedruckt vn̄ an vil || ortn̄ zemal im latein vn̄ wel||schn̄ gebessert vn̄ corrigiert || dienē so durch die land hād||lē vn̄ đ sprach nit kindn̄ nit || minđ noturftig dā nützlich. ||(c.[2]r, [A2]:)
U3Tillissimo vocabulista a imparare legere per quelli || che desierassen senza andare a schola. como arte sani || et donne. Anchora iltaliano puo imparare latino / || Franzoso / et Todescho. et cosi ciaschadun di loro pora intende||re Italian. perche in questo libro sy se contiene tutti nomi / vo|| cabuli e parole che se posseno dire in piu modi.
(c.[48]r, [M4], l. 4:)
Finis || Gedruckt in der Kayserlichen stat Augspurg durch || Erhart oͤglin jm jar do man zalt tausent || fünff hundert vnd im achtzehend||den. || 7. ||
4o (mm. 195 × 143); cc.[48], prima ed ultima carta bianche al verso; A-M4; 35 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera su 4, salvo limitate eccezioni; car. got. (G 88); marca tipogr. (tipo 7) sul recto dell'ultima carta (tav. 19); front. con cornice (tipo IV, tav. 20); iniziali ornate.
Esemplari: Monaco BN (4o Polygl. 44b), St. Florian BS (II 3945 A).
Bibliografia:
Brenner (I), p. 135.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Titolo in latino e tedesco. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro precedente.
Pare trattarsi dell'ultimo lavoro di Erhart ÖglinGa naar voetnoot27. Tipograficamente la stampa non è tra le migliori, data la scarsa chiarezza dei caratteri.
XX
1520 Venezia, 1520
Melchio Sessa e Piero de RauaniGa naar voetnoot*
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Questo Sie Uno libro vti||lissimo a chi se dileta de || Intēdere Todescho || dechiarando in lin||gua Taliana. || 8. ||
(c.[1]v, [a1], rom.:)
S4Olennissimo uocabulista & utilissimo a imparare le gere per quelli che desiderassen imparar senza andar a schola, chomo artesani & don ne. Anchora il taliano puo imparare todescho, & un todescho puo im parare talian, perche in questo libro si se contiene tutti nomi uocabuli e parole che se posseno dire ī piu mo di. | D4Isen aller erwirdigistē ūd nurzlichisten uocabulari zelernē lesē der es begert sunder zuschuͤl zehan, als wie hant wereksleuͤthi. Vnd auch mag darin lernen eī teutscher wellch und eī welscher teutsch wen waruͤm in disem buch halten sich in allenamen uocabel unk wort die man mag sprechen in mancherlei hande |
(c.[24]v, [f4], l. 15:)
Finis. || Impresso in Venetia Melchio || Sessa & Piero de Rauani compa||gni Nel anno del Signore. M.||D.XX.Adi. xxyiii. Septēb. ||
4o (mm. 196 × 144); cc.[24], a-f4; 38 ll.; parte iniziale su 2 coll., corpo dell'opera su 4; car. semigot. (G 140) sul front., rom. (R 84) nella parte restante; marca tipogr. di Melchiorre Sessa, riportante le sue iniziali, MS, sul front. (tipo 8, tav. 21); iniziali ornate a fondo nero.
Esemplari: Monaco BN (L.germ.18u), Wrocław BU (4 N 152.2).
Bibliografia:
Brenner (I), p. 133.
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro del 1500.
La versione tedesca è assai scorretta.
L'esemplare di Wrocław è mutilo delle carte f1 e f4.
XXI
1521 Augsburg, 1521
s.t.
(c.[1]r, [A1], in G 133:)
Vocabularius quat- || (in G 95:) tuor linguarū / scilicz latine jtalice || Gallice et Alimanice. ||
(In G 133:) Vocabulista di qua - || (in G 95:) tro linguazi / cioe latino Taliano || Franzoso et Todescho. ||
(In G 133:) Se liure se apelle en- || (in G 95:) tree et porte de ceux qui veullea || prende et comprendre Fransoys || latino Alemeni ou ytalien. ||
(In G 133:) Vocabulary vierer || (in G 95:) sprachen / latinisch Welsch Fran/ ||tzoͤsisch vnd Teu̇tsch. ||
(c.[2]r, A2, in G 88:)
U3Tilissimo vocabulista a imparar legere per quelli che || desiderassen senza andare a schola / chomo artesani et || donne. Anchora il Taliano puo imparar latino Fran||zoso / et Todescho / et cusi ciaschadun di loro pora intendere Ita||lian / perche in questo libro se contiene tutti nomi / vocabuli / e || parole che se posseno dire in piu modi. ||
(c.[48]r, [M4], l. 4:)
Finis. || Getruckt in der kayserlichen stat Augspurg Im jar als man || zalt nach Christi geburt 1521. beysant || Katherinen closter. ||
4o (mm. 185 × 135); cc. [48], prima ed ultima carta bianche al verso; A-M4; 35 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera su 4, eccetto che in alcuni tratti irregolari; car. got. (G 133 e G 95 nel titolo, G 88 nel testo); front. con cornice (tipo V, tav. 22); iniziali silografiche di [12/13] mm.
Esemplari: Zwickau Ratsschulbibl. (21.II.8/3).
Bibliografia:
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Titolo peculiare, tratto dall'inizio del primo proemio per latino, italiano, tedesco, del secondo per il francese.
Ristampa del lavoro dell'Öglin del 1518, eseguita con i medesimi caratteri, le stesse iniziali silografiche ed ugualmente impaginata. Cornice usata, oltre che da Silvan Otmar, figlio di Johann che fu socio dell'Öglin, anche da Marcus Wirsung, socio di Sigmund GrimmGa naar voetnoot28. Nessuno di questi stampatori, attivi ad Augsburg nel 1521, rappresenta tuttavia una sicura ipotesi per individuare la Casa dalla quale uscì l'opera, non risultando tra i loro indirizziGa naar voetnoot29 quello segnato nel colophon, il quale, più che una tipografia conventuale, può stare ad indicare uno dei numerosi laboratori della St. Katherinen Gasse, non lontana dall'omonimo convento. In tale via aveva invece sede inizialmente Philipp Ulhart, stampatore di successive edizioni del Vochabuolista, che usò materiale tipografico sia del Grimm che dell'Öglin. L'attribuzione di questa stampa segnerebbe però un anticipo di due anni nella data d'inizio della sua attività.
XXII
<1521a> Roma, 1521
Jacobus Mazochius
<Introductio quedam utilissima sive Vocabolarius quatuor linguarum latinae, italicae, gallicae et allamanicae per mūdum versari cupientibus summe utilis.>
In fine:
<Impressum Romae per magistrum Iacobum Mazochium Romane achademię Biblio. Anno M.D.XXI....>
In-4o; a8, b-o4.
Esemplari:
Bibliografia: Brunet III, p. 453; Gallina, p. 38.
Brenner (I), p. 135; Mussafia, p. 108.
Note: Famiglia BGa naar voetnoot30.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9Ga naar voetnoot30. Indice dei capitoli in ordine progressivoGa naar voetnoot30.
Stampa da identificarsi, probabilmente, con quella dello stesso editore, dell'anno seguente.
Presenterebbe il titolo circondato da una cornice e al verso, una lettera dedicatoria di Giacomo Mazzocchi a Pietro Genuccio.
XXIII
1522 Milano, 1522
Ioanne Angelo ScinzenzelerGa naar voetnoot*
(c.[1]r, □1, semigot.:)
Questo sie vno Libro vti||lissimo a chi se dileta de || intēdere Todescho || dechiarando || in lingua || taliana || (Fregio)
(c.[1]v, □1, rom.:)
S3Olennissimo vocabulista & vtilissimo a imparare legere per quelli che desiderassen senza andare a scola: chomo artesani & donne. Anchora il taliano puo | D3Isen aller erwirdigsitē vnd nutzlichistē vocabulari ze lernē lesen der es begert sū der zuschuel zegan: als wie hant wereksleuetht. Vnd auch mag da- |
imparare todesco: & vn todesco puo imparar talian: per che in questo libro si se contiene tutti nomi vocabuli e parole che se posseno dire in piu modi. | rin lernen ein teuscher welsch vn̄ ein welscher teusch wen waruem in disem buch halten sich in alle namen vocabel vnd wort die man maog.sprechē ī mācherlei hande. |
(c.[20]v, [e4], l. 40:)
FINIS. || Impresso in Milano Ioañe Angelo || Scinzenzeler. Anno dñi. Mcccccxxii. || adi. xxii. de Nouembre. ||
4o (mm. 194 × 135); cc.[20]; □4, b-e4; 44 ll.; 2 coll. fino all'indice, 4 nel corpo dell'opera; car. rom. (R78); front. con cornice (tipo VI)Ga naar voetnoot31; iniziali ornate.
Esemplari: Santiago BU (8615).
Bibliografia: Bustamante, 241.
Bart Rossebastiano (III).
Note: Famiglia A.
Ordine delle lingue: italiano, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa di un vocabolario identificabile con quello del 1513 del Sessa, se realmente esistito, a sua volta legato a quello del 1498.
XXIV
1522a Roma, 1522
Iacobus Mazochius
(c.[1]r, [a1], semigot.:)
Introductio quedam uti|| (Rom.:) lissima siue Vocabularius qua||tuor linguarum / Latinae / || Italicae / Gallicę / & Alla||manicae / per mūdum || uersari cupientibus || summe uti/||lis. || ✠ ||
(c.[2]r, a2, rom.:)
[U2]Tilissimo uocabulista a īperare legere quelli che || desiderassen senza andare a schola / como artesani & || donne. Ancora Italiano puo imperare Latino / Frāzoso / & || Todescho / & cosi ciaschadun di loro pora intendere Italiā / || perche in q̄sto libro si se contiene tutti nomi / uocabuli & pa||role che se posseno dire in piu modi. ||
(c.[60]v, [o4], l. 9:)
FINIS. || Impressum Romae per magistrum Iacobum Ma||zochium Romane Achademię Biblio. An||no.M.D.XXII. Triūphāte Hadria||no. VI. Pōtifice Maximo. An/||no eius primo. ||
In-4o; cc. [60], a8, b-o4 (negli ultimi quaderni si registrano alcune irregolarità: m3 e m4 precedono m1 e m2 e le ultime sei carte segnate -, o, -, o2, -, -, corrispondono alle segnature n3r-n4v, o1r-n3v, n4r-o1v, o2, o3, o4 della opera del 1510); 28/29 ll.; parte iniziale su 1 col., corpo dell'opera su 4, salvo in alcuni luoghi irregolari; car. rom.; front. con cornice (tipo VII, tav. 24); iniziali semplici.
Esemplari: Leningrado BP (7.51.3.22).
Bibliografia: Peddie (I), p. 177.
Note: Famiglia B.
Ordine delle lingue: latino, italiano, francese, tedesco.
Disposizione della materia: 2 libri, capp. 55 + 9; titolo, epistola dedicatoria, proemi, indice, corpo. Indice dei capitoli in ordine progressivo.
Ristampa del lavoro dello stesso editore del 1510.
Titolo in solo latino. Nella carta a1v si trova la dedica, in lingua italiana, di Giacomo Mazzocchi al senese Pietro Genuccio, la quale, secondo le indicazioni della letteratura, si troverebbe anche nel vocabolario del 1521 dello stesso Mazzocchi. Essa ancora mancava in quello del 1510. Stampa imperfetta, data la già segnalata errata sequenza delle pagine.
Antichi vocabolari plurilingui d'uso popolare
Parte I
La tradizione del ‘Solenissimo vochabuolista’
A rich tradition of early language manuals has been traced. This study describes sources and development of the manuals which were once widely diffused throughout Europe and indicates the place they hold in lexicographical history. The text-books were intended as a means for language studies, especially in aid of merchants, and are to be considered both as phrasebooks and as dictionaries. The present bibliography is composed of the original Italian-German ‘Vochabuolista’, which appeared in the year 1477 and of some eighty-five derivatives printed over a period of more than 150 years in twelve European language combinations (Italian, German, Greek, Latin, Flemish, French, Spanish, Catalan, English, Czech, Hungarian and Polish), both in bilingual and multilingual arrangements. The tradition of the ‘Vochabuolista’ constitutes a striking document of the efforts to introduce language studies to the middle classes and illustrates the application of methods anticipating ‘modern’ ones in which examples substitute rules and analogies are used to simulate a grammar. The compiler of the work is unknown but obvious are the relations to Venice, where manuscript versions of Italian-German glossaries had been produced already from the beginning of the fifteenth century.
Previous studies of the ‘Vochabuolista’ by distinguished scholars are discussed and the rich series of prints is related to one of the three known traditions of the Italian-German manuscripts.
It is also shown how the printed tradition may be divided into various subgroups, which develop autonomously and often contemporarily. The genealogical relationships within the distinct classes have been examined together with their interrelations. It is pointed out that the printers' activities around the ‘Vochabuolista’ are not casual but largely contribute to make the fortune of this work both most exciting and remarkable.
- voetnoot1
- Cfr. la prima carta della stampa del 1477.
- voetnoot2
- Cfr. l'epistola al lettore (c. B1r) della stampa di Melchiorre Sessa del 1542.
- voetnoot3
- H. Simonsfeld, Italienisch-deutsche Reise-Sprachführer aus alter Zeit, in ‘Das Ausland’, LXVI (1893), pp. 417-424.
- voetnoot4
- H. Simonsfeld, op. cit., p. 419 sgg.
- voetnoot5
- A. Mussafia, Beitrag zur Kunde der Norditalienischen Mundarten im XV. Jahrhunderte, in ‘Denkschriften der Wiener Akademie’, XXII (1873), pp. 103-224.
- voetnoot6
- O. Brenner, Italienisch-Deutsche Vocabulare des XV. und XVI. Jahrhunderts, in ‘Germania’, XXXI (1886), pp. 129-136.
- voetnoot7
- H. Simonsfeld, op. cit.
- voetnoot8
- A. Boselli, I due primi vocabolari a stampa delle lingue italiana e tedesca, in ‘Gutenberg-Jahrbuch’, XII (1937), pp. 79-84.
- voetnoot9
- A. Mussafia, op. cit., p. 107.
- voetnoot10
- O. Olivieri, I primi vocabolari italiani fino alla prima edizione della Crusca, in ‘Studi di Filologia Italiana’, VI (1942), pp. 83-84.
- voetnoot11
- C. Messi, Contributi alla storia della più antica lessicografia italiana, in ‘Atti dell'Istituto Veneto’, CII (1942-43), pp. 607-608.
- voetnoot12
- L. Emery, Vecchi manuali italo-tedeschi, in ‘Lingua Nostra’, VIII (1947), pp. 35-39.
- voetnoot13
- P. Høybye, Meister Jörg fra Nürnberg, in Festskrift til Christen Möller, Copenaghen, 1956, pp. 209-210 e Glossari italiano-tedeschi del Quattrocento, in ‘Studi di Filologia Italiana’, XXII (1964), p. 170.
- voetnoot14
- B. Bischoff, The study of foreign languages in the Middle Ages, in ‘Speculum’, XXXVI (1961), p. 211.
- voetnoot15
- S. Gamberini, Lo studio dell'italiano in Inghilterra nel '500 e nel '600, Messina-Firenze, 1970, pp. 49-50.
- voetnoot16
- A. Gallina, Contributi alla storia della lessicografia italo-spagnola dei secoli XVI e XVII, Firenze, 1959, pp. 26-40.
- voetnoot17
- Cfr. cap. III.
- voetnoot18
- P. Barnils, Vocabulari català-alemany de l'any 1502, Barcellona, 1916.
- voetnoot19
- Cfr. anche cap. III.
- voetnoot20
- A. Schulte, Geschichte der Grossen Ravensburger Handelsgesellschaft, 1380-1530, Stoccarda-Berlino, 1923.
- voetnoot21
- R. Grossmann, Notas respecto al autor del ‘Vocabulari català-alemany’ del año 1502, in Miscelánea filológica dedicada a P. Antonio Ma. Alcover, Palma de Mallorca, 1932, pp. 137-65.
- voetnoot22
- L. Klaiber, Der Vocabulari Català-Alemany von 1502 und seine italienische Vorlage. Eine bibliographische Untersuchung, in ‘Estudis Universitaris Catalans’, XXII (1936), pp. 81-86.
- voetnoot23
- Cfr. cap. III.
- voetnoot24
- H. Flasche, El Vocabulario Catalán-alemán de 1502, in VII Congreso Internacional de Lingüística Románica, Barcellona, 1955, II, pp. 267-84.
- voetnoot1
- Intorno a quest'opera esiste un'abbondante messe di pubblicazioni. Per la bibliografia si vedano: A. Roncaglia, Bilinguismo esterno e plurilinguismo interno nelle glosse di Kassel, Atti VIII Congresso Internazionale di Studi Romanzi, Firenze, 1956, II, pp. 347-358.
- voetnoot2
- Anche questo codice è stato studiato con attenzione ancora negli ultimi anni. Le più recenti pubblicazioni che mi sono note, fornenti una esauriente bibliografia, sono i lavori di F. Sabatini, Il glossario di Monza, in ‘Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino’, XCVIII (1963-64), pp. 51-84, di G. Contini, Il glossario di Monza e i nomi dei giorni, in ‘Rivista di cultura classica e medievale’, VII (1965), pp. 337-346, di O. Parlangeli, Il glossario monzese, in ‘Atti dell'Accademia Pontaniana’, N.S. XV (1965-66), pp. 241-369, di W.J. Aerts, The Monza Vocabulary, in ‘Studia byzantina et neohellenica neerlandica’, III (1972), pp. 36-73 e di A. Castellani, I più antichi testi italiani, Bologna, 1973, pp. 39-57.
- voetnoot3
- Qualche raggio di luce, sia pur debolissimo, appare infatti nel Trecento col glossarietto francese-veneto esaminato da I. Baldelli, Un glossarietto francese-veneto del Trecento, in ‘Studi Linguistici Italiani’, II (1961), pp. 155-162 e con quello provenzale-italiano, studiato da A. Castellani, Le glossaire provençal-italien de la Laurentienne, in Lebendiges Mittelalter, Festausgabe für Wolfgang Stammler, Friburgo, 1958.
- voetnoot4
- Ms. II D 17. Cfr. S. Frasca, Glossario greco-siciliano del sec. XV, in ‘Cultura Neolatina’, IX (1949), pp. 129-135.
- voetnoot5
- Cito da G. Fiorentino, Note lessicali al ‘Maqrè Dardeqè’, in ‘Archivio Glottologico Italiano’, XXIX (1937), p. 138.
- voetnoot6
- Cfr. E. Teza, Un piccolo glossario italiano e arabico del Quattrocento, Roma, 1893. Intorno all'argomento cfr. anche C. Messi, op. cit., pp. 605-607.
- voetnoot7
- A. Mussafia, op. cit.
- voetnoot8
- Riporto secondo la trascrizione del Teza, dal suo lavoro già citato.
- voetnoot9
- Troviano il nome all'interno dell'opera; cfr. c. 100r del manoscritto conservato presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna (cod. 12514), dove si parla di ‘maistro Zorzi’.
- voetnoot10
- Cfr. cod. it. 261, c. 108 v della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco.
- voetnoot11
- Cfr. cc. 3r e 100r del codice viennese.
- voetnoot12
- Cfr. c. 99r del medesimo.
- voetnoot13
- Cfr. il manoscritto segnato Magl. IV. 66 della Biblioteca Nazionale di Firenze, alle cc. 68v-69r.
- voetnoot14
- Cfr. ms. it. 405 = α H.5.20, cc. 119r e 121r della Biblioteca Estense di Modena.
- voetnoot15
- Dell'argomento intendo trattare nell'edizione di queste opere, affiancata da alfabetizzazione, intorno a cui lavoro da anni con l'ausilio del calcolatore elettronico e che ormai è in via di conclusione.
- voetnoot16
- Di questo manoscritto si occuparono i seguenti autori: A. Mussafia, op. cit., pp. 103-105; O. Brenner, Ein altes italienisch-deutsches Sprachbuch, in ‘Bayerns Mundarten’, II (1895), pp. 384-444; H. Simonsfeld, op. cit., pp. 419-423; P. Høybye, op. cit. (I), pp. 205-221; Idem, op. cit. (II), pp. 169-204; O. Pausch Das älteste italienisch-deutsche Sprachbuch, Vienna 1972 (edizione diplomatica); A. Zamboni, Un ‘libro linguistico’ italiano-tedesco del secolo XV, in ‘Scriptorium’, XXVII (1974), pp. 311-313.
- voetnoot17
- La serie completa si può leggere nel mio articolo Serie di proverbi in lessici italiano-tedeschi del secolo XV, nel ‘Giornale Storico della Letteratura Italiana’, CLIII (1976), pp. 549-565.
- voetnoot18
- Il manoscritto fu oggetto di studio da parte degli stessi autori citati per il precedente ed in particolare di O. Brenner, editore di gran parte del testo, di P. Høybye, che nel suo articolo (II) ha presentato la sezione italiana dei dialoghi e di O. Pausch, che all'edizione diplomatica del codice di Vienna aggiunge le varianti di questo.
- voetnoot19
- Il manoscritto fu segnalato da G. Bertoni, A proposito di geografia linguistica, in ‘Atti e Memorie della Reale Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi’, VII (1913), p. 31. La sezione dialogata è stata pubblicata da P. Høybye, Glossari italiano-tedeschi del Quattrocento, in ‘Studi di Filologia Italiana’, XXXII (1974), pp. 155-163.
- voetnoot20
- Poiché l'unico imperatore del Sacro Romano Impero portante tale nome fu Sigismondo di Lussemburgo, abbiamo un'indicazione precisa per la datazione del manoscritto, collocabile tra il 1433 (anno dell'incoronazione romana di Sigismondo, chiamato qui imperatore e re di Roma) ed il 1437, anno della sua morte. Cfr. intorno all'argomento anche P. Høybye, op. cit. (III), p. 144. Le mie conclusioni intorno a questo manoscritto ed ai successivi sono tuttavia indipendenti, essendo stato questo lavoro condotto a termine molto prima della pubblicazione dell'articolo or ora citato, come è noto anche all'autore medesimo.
- voetnoot21
- ‘Aglay’ è la denominazione trasmessaci dal manoscritto alla c. 127r ed ‘Aglei’ per Aquileia dà il manuale di J.G.T. Graesse, F. Benedict, Orbis Latinus, Braunschweig, 1972.
- voetnoot22
- Cfr. O. Brenner, op. cit. (II), pp. 384-444. Di esso si occuparono in seguito H. Simonsfeld, op. cit., pp. 419-423, P. Høybye nei tre articoli precedentemente citati e A. Bart Rossebastiano, Tracce di vocali turbate nel veronese del secolo XV, in ‘Atti dell'Istituto Veneto’, CXXXIV (1975/76), pp. 635-645.
- voetnoot23
- Ad esso facevo riferimento nella mia recensione al lavoro del Pausch, apparsa nel ‘Giornale storico della letteratura italiana’, CLI (1974), p. 302, là dove segnalavo la non completezza della serie dei manoscritti citati.
Appartenne ad uno dei Rucellaj, come si legge sul verso della ottantanovesima carta, estranea all'ultimo quinterno del manoscritto, la quale riporta: ‘questo libro è di Nicholo Rucelaj e chonpangnj in Firenze e chi lo truove l'achonzengnj a luj, pero è fare bene...’
- voetnoot24
- Cfr. c. 1r.
- voetnoot25
- Cfr. per la prima serie le cc. 1r-2r del manoscritto fiorentino, per la seconda le pp. 2-4 della ristampa anastatica dell'Introito e Porta, Torino, 1971.
- voetnoot26
- Il glossario termina alla c. 57v, con l'elenco dei capitoli. Seguono pot due testi sacri in veneto: la vita della Vergine e la Passione di Cristo. La numerazione del ms. arriva a 100, ma ha inizio con 2, è ripetuta al 22 e assente sulla carta bianca che separa il vocabolario dagli altri testi.
- voetnoot27
- Alla fine del corpo dell'opera troviamo segnata la data ‘19 del decembrio’ e dopo l'indice dei capitoli ‘20 del decembrio’. In ambedue i casi manca l'indicazione dell'anno che si deduce dalla data segnata al recto della c. 58, prima dell'inizio dei testi d'argomento sacro: ‘1460 adj 8 del febrer in Venesya’. Considerato il diverso corso del calendario veneziano, le date del dicembre si possono completare con l'anno 1460.
- voetnoot28
- L'opera è tuttavia già conclusa alla c. 52r. Seguono alcune frasi ancora in versione quadrilingue, ma alla c. 53r si passa al solo latino, con una serie di componimenti che sembrano d'uso scolastico. Dopo due carte bianche, alla c. 61r cominciano le ‘Elegancie ciceroniane materna lingua in quottidianum usum per Georgium Valaguslam ad Johannem Anthonium de Girardis’, dove alle proposizioni in italiano segue la traduzione in latino. Alla c. 84r, erroneamente segnata 85, una nota di mano diversa da quella che ha compilato il ms. ha segnato nome e data di nascita dei ‘filii Ottonis ducis’:
‘Anno tricessimo secundo in carnisprivio nata est virgo Margareta;Anno tricessimo tertio in carnisprivio nata est virgo Amlij;Anno tricessimo quinto in die Johannis natus est dux Otto;Anno tricessimo septimo in die Katerine natus est dux Rupertus;Anno tricessimo nono in die Bartholomei nata est virgo Dorothea;Anno quadragessimo feria tercia nativitatis Mariae natus est dux Albertus;Anno quadragessimo tertio... natus est dux Johannes in die Jacobi’.
Per le notizie relative alla famiglia di Ottone di Mosbach ringrazio L. Schuba della Universitätsbibliothek di Heidelberg che me le ha fornite con una lunga lettera nell'ormai lontano agosto del 1973. Dell'opera si sono occupati recentemente G. Presa, D'un inedito ‘Vocabularium’ latino, italiano, ceco e tedesco del secolo XV, in ‘Aevum’, XLIX (1975), pp. 166-175, e J. Křesálková, Il ‘Vocabularium quadrilingue’ nella storia delle origini della lessicografia ceca’, ivi, pp. 176-204.
- voetnoot29
- Il manoscritto è segnalato da F. de Marchis, Giovanni da Capestrano, L'Aquila, s.d., p. 22. Ringrazio il Padre Bernardino Le Donne che su mia richiesta lo ha diligentemente e faticosamente ricercato, inviandomene poi riproduzione fotografica.
Senza voler fare delle ipotesi sulla provenienza o l'uso del manoscritto, val la pena di ricordare che Giovanni da Capestrano predicò a Vienna nel 1451 la crociata contro i Turchi.
- voetnoot30
- Cfr. op. cit. (I), pp. 168-169.
- voetnoot31
- Dell'opera conosco quattro esemplari, conservati nelle seguenti biblioteche: Friburgo, Universitätsbibliothek (Ink. E 308); Londra, British Museum (IA.23409); Monaco, Bayerische Staatsbibliothek (Inc. s.a. 1960b); Norimberga, Stadtbibliothek (Phil. 401.4o).
- voetnoot32
- Cfr. BMCat., V, p. 429.
- voetnoot33
- La conclusione di una pagina con ‘nui saludemo’ e l'inizio della seguente, al recto, con ‘queli serano con mi a trepare’ documenta un'interruzione, indicatrice della scomparsa di qualche carta.
- voetnoot34
- Per la descrizione mi servo dell'esemplare di Monaco.
- voetnoot1
- Cfr. F. Isaac, An Index to the Early Printed Books in the British Museum, parte II (MDI-MDXX), Londra, 1938, p. VIII.
- voetnoot*
-
Adam von Rottwil (1476-1486).
Originario della Svevia e figlio di Burcardo, diede inizio alla sua attività di tipografo a Venezia verso la fine del 1476, in società con Andrea Corvo de Corona. Stampò quindi da solo e nel 1482 si trasferì all'Aquila, dove introdusse l'arte della stampa. L'ultima sua opera a noi nota reca la data del 2 dicembre 1486 ed una variante del suo nome: ‘Adam Alamanus’.
Cfr.: Allg. Deutsche Biogr., I, p.42; A. Bart Rossebastiano (I), pp. VI-VII; BMCat. V, p. XIX, p. 249 e VII, pp. LXXX-LXXXI, p. 1097; K. Burger, p. 569; F. Geldner, II, pp. 80, 180; K. Haebler (I), pp. 110-111; G. Pansa, p. 1; V. Scholderer, p. 179; U. Speranza, pp. 42-43.
- voetnoot2
- BMCat V, tav. XXII* e K. Haebler (III), II, p. 125.
- voetnoot3
- L. Emery, p. 36 riferisce la dicitura del frontespizio, secondo le mie informazioni inesistente, e del suo verso, riportante quest'ultimo quanto riscontro invece nella prima carta degli esemplari da me visti, con eccezione dell'indicazione del luogo, in nessuna parte segnato, della data e del nome dello stampatore, leggibili nel colophon. Non essendo indicato a quale esemplare l'autore si riferisce, risulta difficile un controllo diretto; ritengo comunque che si tratti di mera svista, più che di un esemplare sconosciuto. Cfr. sull'argomento la mia prefazione alla ristampa anastatica dell'Introito e Porta, Torino, 1971, p. VIII.
- voetnoot4
- Si tratta dei segnalati esemplari di Amburgo, Monaco, Treviso e Vienna.
- voetnoot5
- A. Mussafia, p. 106.
- voetnoot*
-
Domenico de Lapi (1476-1481).
Nacque verso il 1440 ed esercitò la professione di miniatore, accanto a quella di libraio e di stampatore. Lavorò a Bologna, presso vari indirizzi: S. Procolo, S. Maria in Mascarella, S. Margherita, ‘super platea communis Bononiae apud spetiariam Antonii et fratrum de la Luna’ e, secondo le indicazioni del Vochabuolista, ‘in la sapiencia’.
La sua attività si svolse negli anni 1476-1481, ma già nel gennaio del 1474 risulta legato all'attività editoriale, come socio del dott. Matteo Moretti, bresciano, che fece stampare dal tipografo Giovanni Wurster il Liber pandectarum medicinae di Matteo Silvatici. Il suo nome è legato ad opere di genere diverso, dotto e popolare; alcune, come la Cosmographia di Tolomeo, sono note per l'armonia delle pagine e del disegno dei caratteri. Lavorò spesso in società e su commissione di altri librai.
Sposò Margherita Nappi ed ebbe cinque figli, uno dei quali continuò l'attività paterna.
Cfr.: BMCat. VI, p. 813; A. Sorbelli, p. 36 sgg.
- voetnoot6
- Alcuni dei primi autori (Brunet, Bacchi della Lega) indicano in realtà due stampe del De Lapi apparse a Bologna nelto stesso anno. Poiché l'unica differenza tra i due lavori mi pare costituita dal variare del numero delle carte, che d'altra parte risultano in ambedue i casi anche di numero differente da quello che io riscontro, ritengo si tratti in realtà di un'unica opera.
- voetnoot*
-
Stephan Koblinger (ca. 1479-1486).
Pare aver iniziato la sua carriera prima del 1479, lavorando a Venezia presso Franz Renner dal quale ebbe poi il materiale tipografico: con i suoi tipi fu infatti stampatore a Vicenza tra il 1479 ed il 1480. L'anno seguente si trasferì a Vienna, dove uno ‘Steffan Koglinger’ risulta in quel tempo aver ottenuto la cittadinanza. Lì apparve nel 1482 il Vochabuolista a lui attribuito. Stampò generalmente opere di modesta mole, tutte con i medesimi caratteri e prive di indicazione del suo nome.
La sua officina fu probabilmente vittima dei tempi difficili toccati a Vienna durante l'occupazione del re d'Ungheria tra il 1485 ed il 1490. Risulta essere stato in quegli anni l'unico stampatore della città.
Cfr.: G. Borsa, pp. 48-75; M. Denis (I), p. 694; F. Geldner, I, p. 252 e II, p. 169; H.W. Lang, n. 2; G. Sajó ed E. Soltész, p. 1059; I. Schwarz, pp. 132-143.
- voetnoot7
- BMCat. III, tav. LXXVII.
- voetnoot8
- Cfr., oltre la citazione precedente, G. Sajó, E. Soltész, n. 3503.
- voetnoot*
-
Stephan Plannck (1479-1500).
Originario di Passau, si trasferì a Roma nel 1470, dove diede inizio alla sua attività alle dipendenze di Ulrico Han. Tra il 1479 ed il 1480 apparve il primo volume recante il suo nome. Aveva allora sede dove già aveva esercitato il suo antico maestro: ‘in domo quondam Magistri Udalrici Galli Barbati’. Dalla sua officina uscirono prevalentemente stampe popolari, guide turistiche, lunari, curiosità diverse di facile smercio, scarsamente interessanti sia dal punto di vista letterario che tipografico. Godette del favore della curia romana, che gli affidò spesso la stampa di prontuari, formulari, cerimoniali. Si conoscono numerosissime sue stampe fino al 1500.
Morì nel 1501 a quarantaquattro anni e la sua tipografia passò ad altri stampatori, probabilmente già suoi soci.
Cfr.: Allg. Deutsche Biogr., XXVI, p. 231 e p. 821; L. De Gregori, p. 22 sgg.; F. Geldner, II, p. 51 sgg.
- voetnoot9
- BMCat. IV, tav. VIII*.
- voetnoot10
- Altri due esemplari, della cui esistenza non sono riuscita ad assicurarmi, sono indicati come conservati a Londra, BrM, ed a Zwickau, Ratsschulbibliothek. Questo ultimo è segnalato pure dal servizio informazioni dell'Inkunabelabteilung della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino.
- voetnoot11
- Cfr. cap. III.
- voetnoot12
- BMCat. IV, p. 80.
- voetnoot*
-
Bernardino Benali (1483-1543).
Noto anche come Benalius, De Benaliis, Bernardinus Bergomensis, nacque a Bergamo nel 1458 da Petziolus De Benaliis, in una famiglia di discreta fortuna.
Esercitò la professione a Venezia, dove tenne bottega di stampatore e libraio; lì apparve nel 1483 la prima sua opera, il Supplementum Cronicarum di Filippo de' Foresti. Aveva sede allora in Merzeria, poi si trasferì in Campo Sant'Angelo, a S. Pantaleone, a S. Vitale. Nel primo decennio del XVI secolo tenne aperta anche una succursale a Padova; in quegli anni sviluppò particolarmente una sua attività poco nota: la produzione di storie figurate e di silografie singole. Due di esse già si trovano usate come copertine illustrate nel Vochabuolista.
Pubblicò sia opere di carattere sacro che libri profani. Tra questi, testi di diritto, di medicina, opere di autori antichi e di contemporanei. Ricordiamo in particolare la sua produzione lessicografica che annovera il Vocabularium ex latino sermone in Siciliensem et Hispaniensem denuo traductum... di Cristoforo Scobar (1520) ed il Dictionarium greco-latinum di fra Ambrogio da Calepio (1520), secondo le ultime correzioni dell'autore. Il Benali, infatti, ne aveva acquistato i diritti fin dal 1517 dai frati del convento di Sant'Agostino dell'Osservanza di Bergamo, dove morì il Calepino. Per la stampa di questo vocabolario domandò ed ottenne un privilegio decennale nel 1519 e ne chiese il rinnovo nel 1529, dopo che un incendio aveva distrutto il suo magazzino, situato nel convento di S. Stefano. Delle sue due stampe di ‘calepini’, l'ultima reca la data 1526.
Lavorò generalmente in compagnia di soci ed usò una grande varietà di caratteri. Si trovano sue notizie fino al 1543.
Cfr. F. Ascarelli (I), p. 166; B. Cecchetti (I), pp. 538 sgg.; Diz. Biogr. It., VIII, p. 165; Enc. It., VI, p. 593; A. Gallina, p. 96; F. Isaac, p. 24; F.J. Norton (I), p. 129; F. Novati, p. 41; L. Palandi, pp. 1622 sgg.; V. Rossi, pp. 51 sgg.
- voetnoot13
- V. Masséna principe d'Essling, I, n. 306.
- voetnoot14
- K. Haebler (III), II, p. 148.
- voetnoot*
-
Giovan Battista Sessa (1489-1505).
Originario probabilmente di Sessa, presso Lugano, fu stampatore, editore e libraio a Venezia. La sua produzione, sempre elegante ed accurata, apparve prevalentemente in quarto, con i caratteri di presse veneziane diverse, tra le quali anche quella di Manfredo de Bonelli.
Cfr. F. Ascarelli (I), p. 162; M.J. Husung, p. 142; F. Isaac, p. 35; P. Kristeller, p. 114; N. Vianello, pp. 262-268.
- voetnoot15
- Il BMCat. V, pp. 479-80, dà G130 per l'esemplare di Londra.
- voetnoot16
- O. Brenner (I), p. 133.
- voetnoot17
- Informazione gentilmente concessami dalla Commissione per il Gesamt-katalog der Wiegendrucke.
- voetnoot18
- Cfr. cap. III.
- voetnoot*
-
Manfredo de Bonelli (1491-1516).
Del suo nome conosciamo una stupefacente molteplicità di varianti, da lui stesso usate nel colophon dei suoi libri; cito soltanto le più significative: Manfredus de Monteferrato de Sustrevo, Manfredus de Strevo, Manfrino Bono de Monferà, Manfredo de Bonello de Monteferrato, Manfrino Bon da Monferrà.
Non esistono invece documenti che attestino il luogo e la data della sua nascita, ma dalle sottoscrizioni delle sue stampe emerge la frequente citazione di un piccolo villaggio del Monferrato, non lontano da Acqui, Strevi, e questa dovette essere la sua patria d'origine. La sua famiglia era però proveniente con ogni probabilità da un borgo vicino, Visone, dove ancora oggi il nome è diffuso.
Si trasferì a Venezia e lì esercitò l'attività di stampatore nel periodo che va dal 1491 al 1516; queste due date rappresentano i punti estremi a noi noti dell'arco della sua esistenza.
Fu maestro nell'arte del libro figurato e la sua prima opera, le favole di Esopo, datata 1491, già ne dimostra la bravura.
Stampò generalmente solo, salvo un intervallo di un anno (1500), durante il quale lavorò in società con Giorgio de Rusconi; produsse sia per conto proprio che per terzi, in particolare per la potente famiglia Sessa. Dalla sua tipografia uscì tra l'altro il Vochabuolista del 1498 che reca il nome di Giovanni Battista Sessa.
Cfr.: A. Bart Rossebastiano (II), pp. 98-101; R. Bertieri, p. 25; C. Castellani, pp. 8-9; Diz. Biogr. It. XI, p. 763; F.J. Norton (I), p. 131; I. Scovazzi.
- voetnoot19
- Misure basate su riproduzione xerografica.
- voetnoot*
-
Alessandro Pellizzoni (1496-1510).
Stampatore a Milano, lavorò dapprima in società con Filippo Mantegazza e quindi da solo a partire dal 1500. Stampò per diversi editori milanesi, in particolare per i Da Legnano. Durante gli ultimi anni svolse la sua attività ‘fora de porta Romana, per mezo la croxeta’.
Cfr.: F. Isaac, p. 96; F.J. Norton (I), p. 47.
- voetnoot20
- G. Bologna, I, tav. I, riproduzione del frontespizio.
- voetnoot*
-
Johann Rosenbach (1491-1530).
Originario di Heidelberg, città la cui iniziale divenne il motivo centrale delle sue marche tipografiche, pare che sia stato allievo di Peter Brun a Barcellona ed aiutante di Pedro Rosa intorno al 1488-1490.
Fu libraio oltre che stampatore ed iniziò la sua attività indipendente a Valenza nel 1491: di questa data è infatti un documento che parla di lui come ‘impresor de Valencia’. Lavorò allora in società con Jaime de Vila, che acquistò il suo materiale tipografico l'anno seguente, quando il Rosenbach si trasferì a Barcellona. In questa città lo stampatore di Heidelberg entrò in possesso di parte del materiale di Nikolaus Spindeler, il cui nome rimase nei legni usati dal Rosenbach. A Barcellona egli lavorò fino al 1498, anno in cui cominciarono i suoi spostamenti che lo portarono in varie città della zona catalana: Tortosa, Monserrat, Perpignan, Tarragona.
Durante la sua attività lavorò in società col Luschner, oltre che col genero, Pere Mompezat.
Cfr.: A. Albareda, pp. 59-70; K. Haebler (I), pp. 237, 250, 259; idem (II), p. xii; F.J. Norton (II), p. 100 sgg.; S. Sanpere y Miquel, pp. 322-343; F. Vindel, p. 42.
- voetnoot21
- Viene citato anche un altro esemplare già conservato presso la biblioteca privata di Don Fernando Colón.
- voetnoot22
- Riporta come luogo di stampa Barcellona.
- voetnoot*
-
Giacomo Mazzocchi (1505-1528).
Nacque a Bergamo, ma si stabilì a Roma intorno al 1505 ed ivi esercitò la professione di editore e libraio. A partire dal 1512 possedette anche una pressa in ‘vico Pellegrino’.
Svolse un'attività molto fortunata e divenne libraio ufficiale dell'università e della corte pontificia. Questi suoi privilegi sono messi in evidenza dal colophon delle sue stampe, dove appare il titolo ‘bibliopola Achademiae Romanae’ ed il nome del pontefice regnante.
La sua produzione fu abbondante e varia: accanto alle pubblicazioni ufficiali per la Santa Sede ed alle opere dei più importanti umanisti legati all'accademia romana, figurano le famose pasquinate ed alcune stampe di carattere popolare.
I caratteri impiegati nelle sue edizioni sono molteplici, in quanto si valse della opera di stampatori diversi, tra i quali il Silber.
Non si conoscono sue edizioni romane successive al 1524, ma la tipografia fu di sua proprietà fino al 1527, anno in cui essa subì le violenze dei Lanzichenecchi, finendo confiscata da un generale di Carlo V, Ferdinando d'Alarçon. Messa all'asta, passò ad un altro bergamasco, Gregorio. Il Mazzocchi riuscì tuttavia a mettersi in salvo e si rifugió a Zurigo, dove riprese l'attività: si conoscono infatti sue stampe zurighesi datate 1528.
Fu uomo colto e lasciò un volumetto, Epigrammata antiquae Urbis, frutto di sue appassionate ricerche.
E' da annoverarsi tra i revisori del Vochabuolista. La lettera di dedica riportata dalla sua edizione del 1522 fa infatti supporre che sia da attribuire a lui l'ampliamento linguistico (aggiunta del francese e del latino) e quindi probabilmente anche la modificazione strutturale dei manuali della famiglia B, il cui capostipite uscì proprio dalla sua tipografia.
Cfr.: F. Ascarelli (I), p. 62; idem (II); M.P. Cosenza, p. 402; G. Fumagalli pp. 30-40.
- voetnoot23
- F. Ascarelli (II), n. 17, indica per quest'opera una cornice diversa da quella da me riscontrata.
- voetnoot*
-
Maffeo Fracassini (1502-1528).
Primo dei tre Fracassini, introdusse la stampa a Collio, in val Trompia, nel 1502. Risulta aver svolto la sua attività nel piccolo paese fino al 1515, pur avendo nello stesso periodo stampato anche a Trento. Lì fu chiamato ancora nel 1528 per la stampa degli statuti.
Usò la stessa marca di Gabriele Fracassini, con le iniziali Z.P., che vengono attribuite a Joannes Petrus Pezonus (Zoan Pezoni), libraio ed editore di Trento, che potrebbe aver loro fornito lavoro.
La tipografia di Collio fu distrutta da un incendio nel 1555 ed una lapide nella casa dei Lazzari della contrada Tizio ne ricorda l'esistenza: ‘Titii an. M.D.L.V. die VIII mai archivio antiquissimo apud illos de Calvattis, nec non typographia et prelo apud Fracassinis, nunc Tonatios omnino absumptis’.
Cfr.: F. Ambrosi, pp. 135-168; F. Ascarelli (I), p. 86; G. Bampi, pp. 202-224; A. Bart Rossebastiano (V), pp. 43-45; G. Fumagalli, p. 430; P. Kristeller, p. 10; L. Lechi, pp. 100, 111; F.J. Norton (I), p. 18; M. Sander, fig. 136.
- voetnoot*
-
Melchiorre Sessa (1506-1555).
Chiamato generalmente Marchiò, anche nei colophon dei suoi libri, figlio di Giovan Battista, ereditò l'impresa paterna e ne continuò l'attività, lavorando sia da solo, sia in società con Pietro Ravani, i suoi eredi, Guglielmo di Fontaneto. La sua casa fu una delle più fiorenti della città.
La sua produzione presenta all'inizio le medesime caratteristiche di quella del padre, ma in seguito Marchiò mostra la sua preferenza per opere a larga diffusione, quindi di piccolo formato, in volgare e, spesso, di carattere didascalico, come il Vochabuolista, uscito dalla sua casa in una serie di stampe veramente cospicua.
Cfr.: F. Ascarelli (I), p. 162; F. Isaac, p. 68; E. Pastorello, p. 83; N. Vianello, pp. 268-285.
- voetnoot24
- Notizie supposte, dedotte dallo studio e dallo stemma.
- voetnoot24
- Notizie supposte, dedotte dallo studio e dallo stemma.
- voetnoot24
- Notizie supposte, dedotte dallo studio e dallo stemma.
- voetnoot25
- Deve trattarsi di un mero errore grafico l'indicazione della p. 39, riportante: ‘Venetiis, 1513. J. Crinitus’. Essa risulta infatti in contrasto con quanto affermato a p. 31.
- voetnoot26
- Cfr. cap. III.
- voetnoot26
- Cfr. cap. III.
- voetnoot26
- Cfr. cap. III.
- voetnoot*
-
Marcello Silber (1510-1527).
Figlio di Eucario, un chierico di Würzburg, fu stampatore ed editore a Roma, nell'officina paterna di Campo dei Fiori, tra il 1510 ed il 1527.
Stampò frequentemente per la curia papale: bolle, brevi, decreti, opere teologiche e scritti contro Lutero. Accanto a questa produzione si collocano testi di letteratura, di filologia, di storia ed alcune curiosità di facile smercio, a carattere popolare.
Le sue stampe sono notevoli per l'accuratezza della veste tipografica e per l'eleganza degli ornamenti: cornici, stemmi, illustrazioni. Merita di essere ricordata la sua edizione di testi biblici in etiopico, nella versione di Johann Potken (1513).
Ebbe contatto con Giacomo Mazzocchi e fu noto anche con l'appellativo di Franck.
Cfr.: Allg. Deutsche Biogr., XXXIV, p. 308; A. Tinto.
- voetnoot*
-
Erhart Oeglin (1501-1518).
Il nome di ‘Erhard Oeglin von Rüttlingen’ è indicato fin dal 1491 nel registro dei nuovi cittadini di Basilea, città nella quale egli lavorò come tipografo probabilmente in un'officina non sua. Passò quindi a Tubinga nel cui ateneo fu immatricolato nel 1498 con un altro Öglin, Symon, che fu poi libraio ad Augusta. Il soggiorno di Erhart a Tubinga è probabilmente da mettere in relazione con l'installazione della prima pressa della città da parte di Johann Otmar: in società con lui, infatti, risulta stampata la prima opera firmata dell'Öglin, apparsa ad Augusta, dove l'Otmar si era trasferito nel 1501.
La sua produzione comprende stampe popolari ed umanistiche, ma particolare importanza rivestono quelle musicali. L'esecuzione tecnica dei suoi lavori fu sempre accuratissima ed i caratteri prodotti dallo stesso Öglin nella sua fonderia si mettono in evidenza per la loro eleganza: pare che lo stesso Aldo Manuzio ne abbia acquistati da lui. Il particolare appare verosimile se consideriamo che lavorarono per l'Öglin artisti quali il Burgkmair. La sua fama fu tale da procurargli ordinazioni anche da parte dell'imperatore Massimiliano I ed il titolo di ‘K(aiserlicher) M(ajestät) Buchtrucker’.
Malgrado la sua indubbia bravura professionale, i suoi affari andarono peggiorando col tempo e le sue stampe divennero sempre più rare, tanto che nel 1518 ne apparve una sola. In quell'anno si interruppe la sua attività, ma non siamo in grado di sapere per quali motivi. Ancora nel 1521 apparve però nella stessa Augusta un Vochabuolista senza nome di tipografo, ma con impaginatura, caratteri e maiuscole di Erhart Öglin.
Cfr.: Allg. Deutsche Biogr., XXIV, p. 177; A.F. Butsch, I, p. 22; A. Götze, n. 6; T. Herberger, pp. 13, 26; P. Ochs, V, p. 129; G.W. Zapf, I, p. XLIII; idem, II, pp. 17, 96, 199, 202.
- voetnoot27
- Cfr. Allg. Deutsche Biogr., XXIV (1887), p. 177.
- voetnoot*
-
Piero de Ravani (1511-1531).
Originario di Brescia, è noto sotto diversi appellativi (Petrus de Ratianis, de Ravannis, di Ravani Bersano, Piero de la Serena). Lavorò a Venezia e fu consociato con Marchiò Sessa dal 1516 al 1525; stampò poi in proprio dal 1527 al 1531, anno della sua morte. La ditta passò agli eredi che si unirono nuovamente ai Sessa.
Cfr.: F. Ascarelli (I), p. 180; M.P. Cosenza, p. 516; J.G.T. Graesse, II, p. 313; F. Isaac, n. 13172; F.J. Norton (I), p. 151; E. Pastorello, p. 82; M. Sander, nn. 2385, 2413, 2853, 5761; N. Vianello, p. 272.
- voetnoot28
- R. Proctor (II), pp. 72, 81, 87.
- voetnoot29
- J. Benzing, p. 11 sgg.
- voetnoot*
-
Giovanni Angelo Scinzenzeler (1500-1526).
Di famiglia bavarese, figlio del famoso tipografo Ulderico, continuò l'attività paterna a Milano, nella sua residenza del quartiere ‘Portae Horientalis parochiae sancti Zenonis in Pasquirolo’.
Tipografo e libraio, si valse dapprima della marca tipografica del padre, recante le iniziali ‘U.S.’, ed in seguito di una sua, con la sigla ‘IO.AN.S.’. La sua produzione fu notevolmente ricca, ma tipograficamente non accurata. Apparvero presso di lui testi di genere vario, dal giuridico al religioso, fino al popolare. Ebbe rapporti d'affari, non ancora completamente chiariti, con Giovanni da Legnano. La sua attività risulta cessata nel giugno del 1526, data che può non essere lontana da quella della sua morte, di cui però finora non s'è trovata traccia, forse a causa della mancanza delle annate 1527-1528 nel registro delle morti di Milano.
Cfr.: L. Balsamo; A. Bart Rossebastiano (III).
- voetnoot31
- J.M. de Bustamante y Urrutia, I, p. 68.